Tutto si decide nelle zone rurali di Homs e Damasco. Joulani chiede a tutti di abbandonare le città e convergere. Non è un buon segno

Al Joulani ha chiesto a tutti i suoi tagliagole di abbandonare le città conquistate e convergere su Damasco e Homs dove si stanno combattendo le battaglie più importanti dal 2011.

E’ segno di debolezza ed è segno che la strategia del governo siriano ha funzionato nell’allungare le catene logistiche e disperdere i tagliagole su un territorio vastissimo dove possono essere attaccati in gruppi più piccoli e dall’alto e da dove può essere bloccato il loro spostamento.

Oggi uscire da Aleppo o Hama, come si scriveva ieri, e raggiungere Homs o Damasco è molto difficile e soprattutto molto pericoloso.

Il governo siriano potrebbe dichiarare la mobilitazione generale ma non lo fa. Le perdite nell’esercito siriano sono praticamente nulle mentre quelle tra i jihadisti sono di migliaia di uomini.

La guerra mediatica scatenata dai media occidentali e dai loro supporter è fortissima ma non sarà quella a vincere la guerra.

In questo momento il governo siriano perderà solo se russi e iraniani decideranno che non è più strategico supportarlo o se si vorrà trovare un accordo di qualche tipo per bloccare la guerra.

Si registra nel frattempo che Sky News Arabia si aspetta il governo siriano ancora in carica per almeno altri 6-9 mesi.

Ci sono sicuramente dei negoziati in corso e non è detto che non si trovi un accordo per evitare la guerra totale. E’ chiaro che la strategia della NATO era quella di una vittoria in pochissimi giorni, se non in ore, e questo non è successo.

Da qui in poi il governo siriano ed i suoi partner possono tenere e risalire, contando anche su un numero di uomini e mezzi largamente superiore.

Questo potrebbe suggerire alla NATO di cercare un accordo qualora, come sembra poco probabile, non riesca ad ottenere la defezione dell’esercito siriano nel giro di poche ore.

Le battaglie nelle zone rurali di Damasco e Homs decideranno l’esito della guerra. L’esercito siriano non arretrerà più ma aspetterà i jihadisti su linee fortificate, colpendoli poi dal cielo sia mentre arrivano che mentre combattono.

Se la Turchia non interromperà l’attacco con un accordo, e l’esercito siriano manterrà le posizioni, in pochi giorni i jihadisti potrebbero diventare troppo deboli per resistere ad un ritorno delle truppe governative.

Per questo si prevede che Israele e la Turchia facciano la loro mossa adesso per cercare di dare quello che ritengono il colpo decisivo.

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