Netanyahu aveva ragione ad essere preoccupato: positivi i primi colloqui USA – Iran

Si sono conclusi da poco in Oman i primi colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran. Le due delegazioni si sono parlate rimanendo in stanze differenti e scambiandosi messaggi scritti consegnati dalla delegazione del paese ospitante.

Sullo sfondo il presidente e criminale di guerra Benjamin Netanyahu che già nell’incontro a Washington era apparso visibilmente contrariato quando i colloqui sono stati annunciati. Per quello che trapela, il premier e criminale di guerra israeliano aveva ragione ad essere preoccupato. Già nella scelta della sede gli Stati Uniti avevano accontentato Teheran: loro proponevano gli Emirati Arabi come sede dei colloqui mentre l’Iran ha chiesto che si tenessero in Oman. E lì si sono tenuti.

Da quello che trapela, gli Stati Uniti sono stati descritti come pronti a “dolorose concessioni”, proprio il contrario di quanto voleva Netanyahu. Nonostante la retorica bellicista, infatti, la delegazione USA avrebbe accettato di discutere temi molto sensibili per l’Iran tanto che i colloqui sono stati definiti positivi e sarebbe stato fissato un nuovo incontro per la prossima settimana. Evidentemente, nonostante tutte le sciocchezze del Premier israeliano, gli Stati Uniti non hanno chiesto lo smantellamento del programma nucleare civile iraniano. Poco prima dell’incontro rappresentanti dell’Iran avevano dichiarato che l’incontro sarebbe durato “tre minuti” se gli Stati Uniti si fossero presentati con questa richiesta al tavolo. Evidentemente non è stato così.

Da quello che si sa sembra che l’Iran abbia offerto agli Stati Uniti la proposta di una completa denuclearizzazione del Medio Oriente se questo includerà Israele, una offerta che potrebbe essere molto allettante per gli USA che manterrebbero lo status di potenza nucleare militare e quindi teoricamente non dovrebbero fronteggiare paesi concorrenti armati di testate nucleari, un vantaggio strategico notevole.

Probabilmente a conoscenza di questa richiesta, Netanyahu aveva quasi annunciato per la prima volta che Israele avesse armi nucleari qualche giorno fa, quando aveva parlato della presenza nel paese di armi “superpotenti” che garantivano la sopravvivenza eterna di Israele. Israele chiede lo smantellamento del programma nucleare iraniano, anche quello civile, cosa che non otterrà mai.

Resta il fatto che i colloqui sembra siano stati positivi e che ci sia quindi una volontà convergente di arrivare ad un accordo e le condizioni di quest’ultimo non sono oltraggiose per l’Iran.

Nonostante la retorica bellicista, Trump sta quindi depotenziando il suo presunto alleato Netanyahu e gli farà digerire probabilmente un accordo scomodissimo anche se le trattative non saranno semplici.

Secondo indiscrezioni i colloqui sarebbero stati così positivi che le due delegazioni, andando via, si sarebbero fermate a parlare e stringersi le mani direttamente.

Nonostante tutti lo considerino un Salvini qualsiasi, Trump sta dimostrando di avere una strategia molto complessa: fare concessioni importanti ai nemici mentre depreda i suoi ex-alleati. Evidentemente si rende conto che al di là delle parole, gli Stati Uniti siano in una posizione davvero difficile.

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