Si è scritto da molto tempo del pericolo che il regime nazifascista ucraino, ormai alle sue ultime settimane di vita, potesse incominciare ad inviare in modo sistematico i ragazzini al fronte. E si dice in modo sistematico perché in molti casi già lo fa ma Kiev si sta preparando da tempo ad entrare nelle scuole e prendere i ragazzini per mandarli al fronte, sin dai 16 anni, forse anche meno.
Oggi a reclamare a gran voce che Zelensky mandi gli studenti al fronte sono i suoi padroni occidentali che, dopo oltre un milione di vittime tra morti e feriti, ha ancora fame di carne. Tocca all’ex-ministro della Difesa britannico Wallace chiedere… no, pretendere che Zelensky smetta di indugiare ed inizi a trasferire gli studenti sul campo di battaglia:
“L’età media dei soldati ucraini al fronte è più di 40 anni. Io capisco il desiderio di Zelensky di preservare i giovani per il futuro ma è venuto il momento in cui bisogna riconsiderare la scala della mobilitazione dell’Ucraina”, ha dichiarato al The Telegraph. Tradotto: servono soldati più giovani, servono i ragazzini perché di certo ogni uomo tra i 18 ed i 60 anni è già ricercato per essere spedito in guerra. “Riconsiderare”, come chiede Wallace, questa posizione significa scendere sotto i 18 anni, cioè entrare nelle scuole e prelevare gli studenti.
Ma non solo studenti. Dato che i militari scarseggiano alla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, è stata presentata qualche giorno fa una nuova proposta di legge che alza l’età dei soldati reclutabili da 60 a 65 anni per i soldati semplici e da 65 a 70 per gli ufficiali di alto grado.
Vecchi e bambini al fronte, fino all’ultimo ucraino. Così comandano i padroni.
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