L’uso di Oreshnik ha sciolto la NATO. I generali USA lo hanno capito, gli europei ancora no.

L’uso di Oreshnik ha sciolto la NATO. I generali USA lo hanno capito, gli europei ancora no.

Poco prima di rivelare ai loro nemici l’esistenza del sistema Oreshnik, il governo russo ha iniziato le procedure previste per un attacco nucleare. I diversi componenti del governo russo responsabili dell continuità dell’esecutivo sono saliti su aerei diversi e sono partiti per destinazioni segrete, tutte diverse tra di loro. Il sistema “mano morta” (dead hand), che garantisce il lancio di missili nucleari contro gli obbiettivi NATO qualora nessuno dei componenti del governo confermino di essere in vita ad intervalli regolari, era attivo. Nessun nel governo russo sapeva esattamente cosa sarebbe successo al lancio del missile balistico di nuova generazione, soprattutto considerando che si tratta di un missile ipersonico, quindi sono state adottate tutte le procedure previste per un attacco nucleare contro la NATO,

L’Alleanza avrebbe potuto scegliere di rispondere oppure interpretare male il lancio quindi per la prima volta Putin ed il resto del governo hanno assunto la postura da attacco nucleare, sicuramente rilevata dai satelliti della NATO in orbita e confermata dalle spie nel paese. Solo 30 minuti prima del lancio effettivo, quando sicuramente la NATO era al corrente che qualcosa stava succedendo qualcuno a Mosca ha alzato la cornetta della hotline a Mosca e fatto sapere agli USA, e direttamente a loro, che di lì a breve di sarebbe stato un lancio di un missile balistico sull’Europa e che questo attacco non era diretto verso gli USA e contro nessun paese NATO. Gli Stati Uniti, a loro volta,

Trenta minuti è tempo ridottissimo e non è stato scelto a caso. Se si osservano i tempi (riassunti nell’immagine di seguito) che sono necessari al sistema Oreshnik per colpire l’Europa, si capisce perché è stato scelto questo periodo di tempo prima di avvertire la NATO: 12 minuti per raggiungere Varsavia, 15 minuti per colpire Berlino e 20 minuti per colpire Parigi e Londra. Essenzialmente la Russia ha dimostrato come, in caso di un reale attacco, la NATO non avrebbe alcuna possibilità di organizzare una risposta che assicuri una difesa dell’Europa e nemmeno una risposta, persino nucleare.

Nella telefonata Mosca non ha comunicato quale fosse la destinazione dell’attacco quindi, in teoria, la NATO avrebbe dovuto lanciare un allarme pan-europeo legato al possibile attacco missilistico di diverse parti del Continente, in modo similare a quello che fa Israele quando viene attaccata dallo Yemen o dall’Iran anche perché nonostante l’avvertimento diretto il lancio di Oreshnik non è mai stato rilevato dai sistemi di sorveglianza. E, invece, la NATO ha scelto di non diramare alcun avviso, di fatto mettendo a rischio la popolazione di diverse aree europee e persino mettendo a rischio le proprie popolazioni dato che non avendo rilevato il lancio, non poteva essere sicura che il missile non fosse diretto verso uno dei paesi del Patto Atlantico. Avvertendo solo gli USA e lasciando loro il compito di avvisare la NATO, i russi hanno anche dato uno schiaffo all’Alleanza, riconoscendo solo gli USA come loro pari.

Quando i generali della NATO hanno visto piovere sull’Ucraina le testate ipersoniche di Oreshnik (video di seguito), non una ma testate multiple con un potenziale distruttivo enorme e tutte ipersoniche e dotate della precisione di attacco dei sistemi missilistici con cui la Russia ha sorpreso il mondo sin dal 2022, lo sgomento è stato palpabile. In quel momento, in quel preciso momento, la NATO è stata sciolta ed ha cessato di esistere.

Non a caso per giorni di questo attacco non si è parlato e quando gli strateghi NATO si sono ripresi dallo shock l’ordine è stato minimizzare. Che la NATO fosse di fatto sciolta lo hanno compreso immediatamente i generali degli Stati Uniti ed infatti il numero di quelli che si è dimesso o è entrato in polemica con le nuove politiche di Trump in materia di Russia e gestione della forza militare è esattamente pari a ZERO. Non lo hanno compreso né i generali né soprattutto i politici europei che non immaginano, al contrario di quanto avviene a Washington, un mondo senza la NATO. Soprattutto non lo immagino le élite economiche europee che per decenni hanno usato lo spauracchio della NATO per pianificare e realizzare i loro affari.

Quando le testate di Oreshnik sono piovute a 3km al secondo sugli obbiettivi militari ucraini, annientandoli con precisione chirurgica ma con una potenza ancora sconosciuta per le armi non nucleari, tutto questo castello è crollato. Anzi, “sciolto” è la parola giusta.

Per capirlo bisogna considerare due aspetti: il primo è che la NATO è formalmente una alleanza difensiva nella quale i nuovi componenti chiedono l’accesso (e devono pagare un prezzo pesante per riuscirvi, spesso politico ed economico ed accettare di farsi depredare dagli occidentali) in cambio della promessa che quello che viene chiamato “ombrello NATO” li renda inattaccabili dai loro nemici. La NATO, come è noto a tutti, non ha alcuna difesa contro i missili ipersonici e non sta riuscendo a svilupparli da sola. La “pioggia” di testate ipersoniche partite da un solo, singolo missile, che colpiscono con precisione chirurgica obbiettivi con lo scarto di metri confermano a chiunque voglia entrare a fare parte della NATO che l’Alleanza per almeno 10 o 20 anni non è in grado di fornire alcuna protezione da queste armi. Non può bloccare un singolo missile ipersonico, figurarsi una pioggia di testate ipersoniche. L’ombrello NATO non esiste dunque più. Le promesse dell’Alleanza sono bugie vuote.

Ma bisogna considerare anche un’altra importante fattore. L’intera strategia della NATO negli ultimi mesi, quando si è capito che non aveva armi per vincere la guerra, è stata quella di costringere la Russia a condurre un attacco nucleare tattico sull’Europa ed in particolare in Ucraina, nelle speranza di dissuadere la NATO a continuare l’escalation. L’idea dei generali occidentali era continuare ad alzare il tiro, ad aumentare la pressione, fino a quando i russi non fossero arrivati al limite di sopportazione. A quel punto la NATO poteva convincere i suoi riottosi alleati, molti dei quali avevano già fatto sapere che non avrebbero mai partecipato ad una guerra diretta contro la Russia, ad accettare quell’idea. Il mondo sarebbe stato messo davanti al pericolo di un attacco nucleare sull’Europa e la NATO sperava di riunire la gran parte dei paesi del mondo e, soprattutto i suoi cittadini, nella condanna di quell’attacco. E giustificare così un intervento diretto.

Di più, i generali della NATO erano convinti che l’unico modo di attaccare le loro capitali con armi dal grande potere distruttivo fosse solo con armi nucleari per poter causare danni sufficienti da impedire una risposta dell’Alleanza. Tutte le altre armi conosciute erano si potenti ma non avevano il potenziale così elevato da garantire un attacco insieme distruttivo e scioccante tale da scongiurare una risposta NATo. La Russia non avrebbe mai attaccato le capitali europee con armi nucleari. Forse qualche missile di precisione ma, si sa, nelle guerre qualche vittima si deve accettare. La NATO avrebbe potuto invece rispondere anche con armi nucleari tattiche colpendo, magari, zone disabitate della Russia o scarsamente popolate, in modo da scioccare la sua popolazione e mandare un messaggio chiaro con la sua risposta.

Oreshnik invece cambia tutto. Esiste infatti ora un’arma non nucleare, quindi senza effetti di lungo periodo come quelli delle radiazioni, ad altissimo potenziale distruttivo, contro cui la NATO non ha alcuna difesa e che colpisce con testate multiple e cioè può colpire molti obbiettivi nello stesso momento. Putin ha confermato che, anche se non nucleari, le testate di Oreshnik sviluppano la temperatura vicina a quella della superficie del Sole, fondendo tutto ciò che le circonda e separando gli oggetti nei loro componenti di base, tanto che è stato necessario sviluppare nuovi materiali per costruire Oreshnik. La tecnologia è infatti nelle mani degli scienziati ex-sovietici sin dagli anni ’80 ma fino ad ora era impossibile usarla perché non c’erano materiali sufficientemente resistenti. In sostanza, le testate di Oreshnik fino ad oggi fondevano i missili costruiti per lanciarle.

Nella sua versione nucleare Oreshnik può portare un attacco da 900 kilotoni (circa 45 Hiroshima per singolo missile) ma non è questo il vero problema per la NATO. Il vero problema è che nella sua versione non nucleare, Oreshnik fonde tutto ciò circonda le sue testate con una potenza pari a quella di una testata nucleare ma non lascia nessuna contaminazione radioattiva e non è quindi un’arma di distruzione di massa. La Russia quindi ha un’arma di potenza pari a quelle nucleari che però non è nucleare ed è un’arma di precisione.

Questo significa che domani Mosca può attaccare Londra, distruggendo come in un attacco atomico basi e palazzi dell’esercito britannico senza distruggere ciò che sta loro intorno e senza rilasciare un fallout nucleare, riducendo quindi le vittime civili solo a quelle nell’area colpita. Può farlo in pochi minuti, con missili a testate multiple e lanciare più missili contemporaneamente. Neanche una di queste testate può essere intercettata né fermata e l’uso di armi non-nucleari non autorizzerebbe la NATO ad una rappresaglia nucleare, ammesso che dopo l’attacco sia rimasto qualcosa del potenziale bellico NATO in Europa.

Di fatto quindi l’Alleanza Atlantica non serve, è sciolta. Non può garantire, e non potrà farlo per almeno 10-20 anni, alcuna protezione da queste armi e nessun paese intelligente accetterebbe di entrarvi nell’ottica di un confronto militare contro i russi. Quanti Oreshnik ha la Russia? Basterebbero 10 per colpire tutta Europa senza appello. E se ne avesse 100?

I primi a rendersene conto, come detto, sono stati i generali USA che non vogliono certo portarsi in casa una guerra che non possono vincere. Come si può vedere bene nessun militare USA si sta opponendo alla svolta di Trump ed alla sua marcia verso un accordo con i russi, sacrificando ben più dell’Ucraina. Se necessario anche la NATO di cui gli USA sono la vera forza propulsiva non solo ideologicamente ma anche militarmente.

Gli europei non si sono invece ancora arresi all’idea. Non avendo alternative economiche che non prevedano una gigantesca crisi economica per tutto il Continente, non hanno alternativa al procedere come prima mentre gli americani si sganciano e si ritirano persino dall’Europa.

Attendono di capire se gli Stati Uniti metteranno formalmente fine alla vita dell’Alleanza o se la metteranno solo in un cassetto per un decennio o due.

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