Ormai Kiev brucia uomini come se fossero fiammiferi. Dopo averne perso più di 12mila nelle ultime settimane sul fronte di Kherson e nonostante partisse da un esercito composto da 600mila uomini, l’Ucraina lancia l’ennesima mobilitazione, l’undicesima. Obbiettivo: riuscire a reperire almeno altri 300mila soldati.
Dove Kiev pensa di farlo, dopo averne bruciati più di 400mila, non è dato sapere. Le unità più e meglio addestrate sono ormai fuori gioco da tempo e anche se l’Occidente ne sta addestrando qualcuna arrivare a 300mila sembra davvero difficile anche nel contesto della difficilissima situazione economica. Qualche settimane fa il governo di Kiev aveva annunciato che il 90% del bilancio del paese nel 2023 verrà destinato a supportare la guerra e questo significherà che non ci saranno soldi per pensioni, servizi sanitari e sociali e sostanzialmente niente tranne che le spese di guerra. Questo distruggerà la società ucraina e probabilmente causerà la rivolta della sua popolazione.
Ironia della sorte: i pochissimi ucraini rimasti a Kherson, evacuata in massima parte dai russi, hanno scoperto che da oggi sono precettati nei ranghi militari dalla mobilitazione di Kiev. Non erano invece obbligati ad entrare nell’esercito dalla precedente amministrazione russa.
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