L’Italia potrebbe ritrovarsi in guerra già a breve. Dopo l’aiuto che gli aerei di Roma hanno fornito ad Israele durante i suoi bombardamenti del porto di Hodeida, rifornendo in volo gli aerei che erano stati inviati in una missione che li ha portati a dover percorrere più di 2.000km, il governo yemenita ha avvertito l’Italia che se fornirà ancora aiuto ad Israele, Sana’a’ bombarderà in risposta la base italiana a Gibuti.
Da Gibuti sarebbe partito l’aereo cisterna italiano che avrebbe aiutato i jet israeliani durante la loro missione in Yemen. L’Italia potrebbe così ritrovarsi presto parte della guerra di Israele, di cui per altro è il terzo fornitore d’armi dopo gli Stati Uniti e la Germania, senza alcuna autorizzazione da parte del Parlamento né tantomeno il supporto della popolazione italiana.
E per capire quanto questa minaccia sia reale basta considerare che la missione congiunta che la NATO ha lanciato da mesi nel Mar Rosso per liberare il commercio occidentale ed in particolare quello verso Israele, è fallita e da mesi non riesce a prevalere sullo Yemen. I contingenti militari che avrebbero dovuto scortare le navi commerciali si sono ritirati dopo essere finiti sotto attacco e lo Yemen continua a controllare il traffico marittimo nell’area.
Diversi militari statunitensi hanno dichiarato alla CNN che la loro missione in Yemen è stata molto stressante perché non sono abituati ad essere attaccati militarmente. Circa 80 di loro, riporta la Marina USA, soffrono di disturbi mentali (probabilmente stress) dopo la missione in Yemen.
Davvero l’Italia vuole testare la risolutezza degli yemeniti ed essere risucchiata in guerra?
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