Se l’Occidente sta alimentando l’isteria nucleare non è per preparare i suoi cittadini all’uso dell’arma nucleare da parte della Russia ma per prepararli al fatto che presto potrebbero essere costretti loro ad usare le armi nucleari tattiche.
Non le armi nucleari propriamente dette, quelle non le userà mai nessuno e questo perché la dottrina nucleare non prevede come deterrenza l’uso delle armi nucleari ma quella che viene chiamata Mutual assured destruction (MAD), cioè la distruzione reciproca assicurata. E’ questa che impedisce ed impedirà l’uso delle armi nucleari perché la MAD prevede che in caso di attacco nucleare ad un paese, questo abbia la possibilità di rispondere e distruggere l’avversario persino dopo essere stato a sua volta distrutto. Se anche le atomiche (cosa impossibile, data l’estensione) distruggessero la Russia ed il suo governo a tutti i livelli, Mosca ha decine di sottomarini in mare H24 che hanno l’ordine di colpire il nemico anche quando la madrepatria fosse distrutta. Non è questo quindi.
L’isteria nucleare serve a preparare gli occidentali al fatto che, vistisi all’angolo e incapaci di fermare il nemico in qualsiasi modo, la NATO possa decidere di lanciare alcune armi nucleari tattiche per intimorire i russi. Non dimenticato che gli Stati Uniti sono gli unici ad avere ripetutamente usato le atomiche e non solo in Giappone ma anche in Iraq, dove per avere ragione degli insorti a Fallujah è dovuta ricorrere all’uso di una o due delle cosiddette mini-nuke.
L’Occidente non si aspettava di arrivare a questo punto. Non pensava di vedere quasi mezzo milione di russi marciare per l’Europa e non sa cosa possa succedere. I polacchi saranno tanto stupidi da provocarli e entrare in guerra? Forse qualche paese baltico? E cosa succederà in questo caso in paesi tradizionalmente amici della Russia come la Serbia e l’Ungheria? Da che parte starebbero?
Se le cose dovessero mettersi male l’uso di armi nucleari tattiche da parte della NATO per indicare il limite prima della guerra totale non è da escludersi. Le mini-nuke sono sempre armi nucleari ma le aree coinvolte sono ristrette. L’uso in Ucraina ha senso per tentare di arrestare una eventuale avanzata russa perché la NATO non ha gli uomini né i mezzi né la capacità economica per fermare oggi mezzo milione di russi. Solo per contrastarli servirebbero 1 milione di europei in armi e se davvero si volesse vincere una guerra convenzionale ne servirebbero 4 milioni. Uomini che la NATO non ha e se cercasse di reclutarli i suoi paesi esploderebbero.
Nessuno pensava a questa scena perché tutti si aspettavano che in poche settimane le sanzioni avrebbero abbattuto il governo di Putin che invece diventa più forte ogni giorno che passa e sta causando un terremoto geopolitico.
Ora siamo nella difficilissima situazione nella quale la palla passa all’Occidente che è completamente diviso. Da un lato ci sono gli europei che assistono con terrore a quello che succede: non solo gli uomini ma anche le distruzioni delle loro economie. E, soprattutto, hanno il terrore dell’altra fazione occidentale, quella che vuole vincere ad ogni costo perché sa che il prezzo del non vincere è il la scomparsa completa dell’influenza occidentale sul mondo.
Gli europei hanno già mandato i loro segnali all’indomani della mobilitazione russa: il capo della diplomazia UE, quel Joseph Borrell che fino a qualche settimana era falco e dichiarava che la Russia andava sconfitta sul campo di battaglia ieri ha fatto una retromarcia storica:
“Putin non bluffa sulle armi nucleari” ha detto “La Russia è in ritirata (!!) e noi dobbiamo trovare una soluzione diplomatica, una soluzione che preservi l’integrità e la sovranità dell’Ucraina. Altrimenti possiamo vincere questa guerra ma non avremo la pace e poi ci sarà un’altra guerra”
Da “sconfiggere sul campo di battaglia” a “trovare una soluzione diplomatica”…
Non sono da meno altri ambienti occidentali per i quali questo è il momento di trovare un accordo, prima che la Russia prenda Odessa e poi tutta l’Ucraina. E prima che vincano i falchi Occidentali che vogliono la vittoria a tutti i costi, posizione che distruggerebbe l’Europa.
Imitando Goebbels quindi, gli occidentali dicono dei loro nemici quello che in realtà è ciò che avviene da loro. Sta nascendo quindi il movimento che vuole portare ad un accordo con i russi che usa una motivazione semplice: da pazzo criminale nazista guerrafondaio, Vladimir Putin diventa invece uno dei più moderati del suo paese, ora sotto scacco da parte dell’estrema Destra russa ed in difficoltà.
Vedete, è il refrain, se eliminassimo Putin qualcuno ancora più pazzo di lui e più di estrema Destra di lui arriverebbe al potere e potremmo avere un peggioramento della situazione. Tutto sommato, ci conviene tenerci Putin, fare un accordo con lui e scongiurare che al potere arrivi qualcuno che le armi nucleari le vuole usare davvero. E per primo.
L’isteria nucleare prepara quindi l’accordo con cui l’Europa (e non solo lei) vorrebbe una onorevole capitolazione che salvi un po’ di immagine, che riporti tutto a com’era prima, magari concedendo alla Russia quei territori che ormai diventeranno Russia pur senza riconoscerli formalmente.
Dall’altro lato l’Europa sa benissimo che gli USA non possono perdere questa guerra e la faccia o si verificheranno cambiamenti sostanziali negli equilibri mondiali. L’Amministrazione Biden, poi, ha bisogno della guerra per le elezioni, per rendere materiale quel “pericolo russo” di cui blaterano da anni. Ma ancora prima di questo le elite USA non sono disposte a concedere al mondo un nuovo ordine globale che non preveda il loro dominio assoluto. Non vincere questa guerra, in toto, significherebbe perderla e dare il via a questi cambiamenti. Gli europei sanno che quella fazione si gioca tutto e sanno che è disposta a tutto, persino a rischiare di dover attaccare i russi con armi atomiche, sebbene di piccolo “calibro” rischiando che i russi rispondano nello stesso modo e mettano a ferro e fuoco l’intera Europa.
E Mosca? Mosca ancora una volta ha dato la possibilità agli occidentali di pensare a ciò che faranno. La mobilitazione dei suoi soldati richiederà settimane durante le quali nelle capitali europee si dovrà discutere se davvero il Vecchio Continente vuole affondare o se ne abbia avuto abbastanza. Il tempo per regolare i conti c’è, quello per iniziare un percorso di disimpegno che parta dal proibire all’Ucraina di attaccare le repubbliche separatiste che diventeranno Russia dopo i referendum, pure.
E gli europei questa volta sembrano avere capito.
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