Era lo scenario più temuto da tutto l’Occidente: la Russia azzanna alla giugulare il suo nemico sospendendo completamente le forniture di uranio a Washington.
Rosatom, l’azienda pubblica nucleare russa, ha sospeso l’esportazione di uranio verso gli Stati Uniti formalmente per la mancanza di copertura assicurativa. Rosatom controlla anche le esportazioni di Kazakhstan e Uzbekistan oltre che molti altri paesi come – adesso – anche il Niger. Da sola Rosatom controlla circa il 60% del mercato dell’uranio.
Sicuramente il messaggio è destinato anche all’Europa dove, ad esempio, la Francia ha oltre 60 reattori nucleari e fornisce oltre il 30% dell’energia alla Germania che ha spento i suoi ultimi 3 reattori a fine 2022.
Questa notizia segnala un cambio complessivo delle intenzioni di Mosca che ora sta operando attivamente per fra crollare le economie occidentali prima possibile e, con queste, anche le ormai debolissime società occidentali. La Russia possiede inoltre anche l’unico impianto al mondo attivo di riarricchimento dell’uranio, con il quale in teoria può arricchire all’infinito il carburante nucleare esausto.
Questo è uno shock per le debolissime economie occidentali e rappresenta una risposta asimmetrica all’escalation militare della NATO. Mentre Bruxelles cerca di colpire con armi sempre più potenti la Russia per provocare una reazione, Mosca sta procedendo a distruggere le economie occidentali e si aspetta una reazione da parte della popolazione.
Questa mossa è la più grave di tutta la guerra e lascia presagire che ormai NATO e Russia stiano andando verso lo scontro totale.
La notizia è pubblicata da Forbes
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