E’ estremamente significativo che il capo dei servizi segreti russi (FSB) abbia fatto indicato in modo esplicito non solo l’Ucraina ma anche Stati Uniti e Regno Unito come mandanti dell’attentato di Mosca. E, insieme, abbia annunciato che risponderanno.
E’ significativo perché i russi avrebbero potuto accusare l’Ucraina senza nominare gli altri. Invece hanno citato i due paesi ed hanno esplicitamente annunciato una rappresaglia. E’ inusuale, perché annunciare pubblicamente una risposta – che sarà militare – li costringe poi a portare avanti questa idea. Dichiararlo, significa che la decisione è già stata presa e che anche Stati Uniti e Regno Unito devono attendersi un qualche tipo di rappresaglia militare. Bortnikov è stato esplicito (video sul sito):
“Ha nominato Stati Uniti, Regno Unito e Ucraina. Sono questi i paesi dietro l’attentato di Mosca? Penso di si.”
E’ una accusa molto diretta ed inusuale. Non è genericamente un sospetto. Bortnikov, che non cita la Polonia, i paesi baltici o altri, cita invece esplicitamente USA e Regno Unito. Annunciare una risposta militare è estremamente indicativo delle informazioni che la Russia possiede sui fatti del Crocus.
Del resto, mentre i cani da riporto abbaiano “ISIS” (la storia di copertura che volevano propinare), le prove vere non sono in discussione.
Come si scriveva qualche giorno fa, la Renault bianca è stata identificata grazie ad un autovelox sull’autostrada verso l’Ucraina, in una zona in cui è passata ad una velocità ben superiore a quella consentita (foto): circa 140km/h quando il limite era 40-60. Un errore banale che è dettato probabilmente dalla consapevolezza che qualcosa non andava e che il piano, che doveva essere sicuro, non lo era affatto perché la risposta russa era stata troppo rapida.
Persino i dilettanti hanno poi facilmente geolocalizzato il luogo dell’arresto come l’autostrada verso l’Ucraina.
La cosa divertente però è che l’Occidente come sempre vive in un suo mondo nel quale stabilisce le regole ma si illude. La macchina della rappresaglia russa è già in moto e, come scritto, i russi sanno già quasi tutto quello che serve loro.
Hanno già condotto con la Turchia una operazione anti-terrorismo smantellando il campo di addestramento degli attentatori, dopo che questi ultimi hanno confermato dove fosse (video sul sito). Lo stato turco ha già arrestato circa 40 persone che facevano parte della stessa organizzazione degli attentatori di Mosca.
L’attentato di Mosca cambia la natura della guerra della NATO. La Russia sa che questo attentato è un messaggio, non un incidente, la promessa – visto che l’Alleanza Atlantica non può vincere la guerra – di rendere invivibile la vittoria ma sa anche che proprio dopo un episodio del genere deve spazzare via qualsiasi idea che persino attacchi terroristici diffusi possano intimorirla.
Da giorni sui cellulari dei teenager di Russia e Bielorussia compaiono messaggi che invitano a compiere attentati piccoli e grandi in cambio di soldi. Persino a diversi 14enni sono stati offerti fino a 700mila rubli ed armi per ripetere, anche in piccolo, quello che è successo a Mosca.
I russi sanno che per bloccare una strategia terrorista devono colpire la NATO direttamente ed apertamente, senza paura, oppure si continuerà così. La NATO non riesce a portare la guerra nelle città russe, le sue wunderwaffen non funzionano e non funzioneranno e a breve l’Ucraina collasserà su se stessa. La sua unica possibilità è che la società russa, che si è dimostrata granitica alle elezioni e che continua a sfornare soldati volontari senza alcuna mobilitazione, abbia paura.
Non si fermerà ora che ha sdoganato il terrorismo di massa, che fino ad ora aveva riservato ad occasioni più limitate (Daria Dugina, l’attentato contro il Ponte di Kerch in cui è bene ricordare che i servizi segreti ucraini hanno inviato una persona inconsapevole ad esplodere sul ponte).
Mosca colpirà quindi direttamente ed in modo pubblico la NATO con il tacito messaggio che la cosa finirà lì se l’Alleanza non risponderà. Un po’ come per anni hanno fatto Israele ed Hezbollah.
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