Quando qualche mese fa l’ambasciatore cinese in Francia aveva dichiarato che lo status legale di molti territori dell’ex-Unione Sovietica non era chiaro, molti hanno fatto finta di niente. Gli Occidentali tendono ad ignorare le leggi internazionali perché ritengono spesso che queste leggi siano ciò che dicono loro, nel tipico atteggiamento coloniale.
La questione è invece reale e i russi e i paesi non-occidentali prendono la legge internazionale sul serio. In passato siamo stati abituati a considerare il fait accompli come deciso e condiviso, spesso in relazione alle violazioni delle leggi internazionali compiute dagli occidentali secondo i propri interessi. Essendo la nostra volontà imposta con la forza, veniva cristallizzata come “legge” senza che lo fosse, è quello che gli Stati Uniti rivendicano come “rules-based world order”, l’ordine mondiale basato su regole. Che, per definizione, non è quello basato sulle leggi internazionali.
Qualche settimana fa la Russia ha compiuto un altro passo legale verso la distruzione completa dell’Ordine Mondiale attuale, che i paesi dell’ex-Secondo e Terzo Mondo (Russia e Cina in testa) intendono ricostruire. Molti hanno semplicemente ignorato il fatto che la Russia, con l’ultima modifica costituzionale, abbia indicato se stessa come erede naturale dell’Unione Sovietica, rivendicandone tutti le proprietà, gli asset si direbbe, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini.
Questo preparava a rimettere in totale discussione gli eventi post-dissolvimento dell’Unione Sovietica e, qualcuno dice, persino rinnegare gli accordi di Belaveža che hanno dichiarato come dissolta l’URSS. Qualche settimana fa la Russia ha annullato la decisione presa dall’URSS nel Febbraio 1954 di cedere la Crimea alla Repubblica Socialistica di Ucraina (SSR), di fatto riprendendosi legalmente la Crimea.
Sembra un passaggio inutile, avendo già la Russia riavuto la Crimea ed avendola già inclusa nella Federazione Russa ma non è così. Queste cose non si fanno per caso.
C’è un particolare che molti ignorano, considerandolo appunto fait accompli e che invece l’ambasciatore cinese in Francia ci ha ricordato essere un tema assolutamente concreto: molti territori dell’ex-URSS sono potuti diventare paesi indipendenti grazie ad una cessione di territori appartenenti alla Russia. Questa cessione, però non è permanente ma regolata da specifici trattati che, come tutti i trattati, possono essere annullati se non rispettati. In particolare, nessuno di questi trattati consente ai paesi che hanno ricevuto questi territori di fare parte di coalizioni militari contro la Russia o persino di attaccarla militarmente.
Quasi tutto il Baltico è ora a rischio perché oggetto di generose cessioni di territori da parte della Russia che spesso interessano persino le aree delle capitali, ad es. Vilnius, in Lituania. I russi stanno preparandosi ad annullare tutti quei trattati nel momento stesso in cui questi paesi diventino complici di una aggressione contro Mosca che potrebbe quindi rientrare in possesso, con la forza se necessario, di gigantesche porzioni di territori del Baltico, di fatto mettendo fine all’esistenza di questi stati se non come parte, appunto, della Federazione Russa.
Obnubilati dall’idea che potranno vincere una guerra, cosa che non succederà, molti in Occidente stanno facendo finta di non vedere. Sperano che, come sempre, con la vittoria militare non solo scongiureranno il pericolo ma imporranno persino lo smembramento della Russia.
Solo che non succederà e, quando i russi inizieranno a riprendersi quei territori, lo shock in Occidente sarà devastante.
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