E’ molto particolare la situazione attorno all’accordo che la UE ha tentato prima con la Tunisia, promettendo ingenti finanziamenti per la costruzione di quelli che altro non sarebbero che campi di concentramento, e poi con Ungheria e Polonia. Salutata come una sconfitta del governo italiano e della Meloni, tradita dai suoi presunti amici nazionalisti, ha dei contorni che vanno però approfonditi.
Il niet della Polonia è stato presentato come il rifiuto di un governo nazionalista e di destra estrema che conduce una battaglia contro i migranti e, quindi, rifiuta di averne sul suo territorio, rinforzato dalle dichiarazioni del premier polacco Morawiecki sui pericoli del”immigrazione illegale” anche in relazione alla Francia. Ma questo è falso.
Non più tardi di una settimana fa la Polonia ha approvato la semplificazione dell’ingresso di cittadini stranieri per oltre 20 paesi inclusi Arabia Saudita, Iran, Qatar, Kuwait, Turchia, Emirati Arabi, Armenia, Azerbaijan, Georgia, Pakistan, India, Tailandia, Kazakhstan, Uzbekistan, Vietnam, Nigeria e Moldavia. La composizione dei paesi indica chiaramente che non c’è preclusione né verso i musulmani né verso le persone di colore.
Anche se tuona contro l’immigrazione incontrollata, il governo polacco afferma che sarà difficile prevedere esattamente quale sarà il numero di ingressi complessivi ma comunque non meno di 400 mila all’anno, “per soddisfare le aspettative del mercato del lavoro”. Gli ingressi però non si limitano al mercato del lavoro perché le autorizzazioni vengono estese per motivi di studio, di ricerca scientifica e persino per i ricongiungimenti familiari, una cosa che tutti i governi di Destra spesso vogliono bloccare.
Quindi la Polonia non è che non voglia i migranti, anzi ne aumenta le quote e gli ingressi e afferma persino di non poter prevedere a priori quanti ne entreranno però non vuole quelli che cerca di ricollocare l’Unione Europea. Perché?
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