Non è un mistero che ormai gli arsenali NATO siano stati drammaticamente svuotati da 12 mesi di conflitto in Ucraina e che, soprattutto, le armi occidentali inviate nel paese dell’Est-Europa non stiano facendo alcuna differenza nell’ambito del conflitto. Per questa ragione, più che per non entrare in guerra direttamente, i paesi NATO sono restii ad inviare molte delle loro armi più nuove. Da settimane tutti i servizi di intelligence occidentali hanno avvertito i loro governi che il prolungamento del conflitto causerà solo una maggiore erosione della capacità di deterrenza della NATO che sta chiaramente non solo non vincendo il conflitto ma lo sta addirittura perdendo pur combattendo in 37 contro 1.
L’Occidente non ha quindi armi con cui poter vincere il conflitto, armi che – pur addestrando gli ucraini ad usarle – sarebbero facilmente distrutte mandando sempre più giù il prestigio della NATO dal punto di vista militare. Washington e Londra, che sono al comando, cercano quindi armi che gli ucraini possano usare subito ma che, soprattutto, una volta eliminate possano essere definite “vecchie armi russe” o addirittura “sovietiche”.
Ha però dell’incredibile che la NATO, per bocca del suo Generale a 4 stelle, Laura Jane Richardson, comandante del Comando Sud degli Stati Uniti (USSOUTHCOM) che dirige le operazioni in Centro- e Sud-America, sia arrivata a chiedere persino armi … a Cuba! La proposta è uno scambio per tutti i paesi che abbiano armi russe o sovietiche: donarle all’Ucraina in cambio di armi statunitensi.
E’ imbarazzata la Richardson mentre lo dice, conscia dell’assurdità di quello che sta affermando e probabilmente si vergogna di dover chiedere un simile aiuto persino a Cuba ma quando sei disperato… :
“Se parlo parlando del mio… humm… avversario numero due nella regione, la Russia… voglio dire, ovviamente ci sono i paesi come Cuba, Venezuela e Nicaragua che hanno relazioni [per non dire che sono alleati, che renderebbe la cosa più imbarazzante] con la Russia ma quello che io davvero sto cercando… e comunque ci sono altri sei paesi, quindi un totale di 9 [in Sud America] che hanno equipaggiamento russo e noi stiamo lavorando per sostituire queste armi russe con quelle degli Stati Uniti se questi paesi vorranno donare tali armi all’Ucraina oppure alla causa [cioè non direttamente all’Ucraina] in corso, loro saranno in grado di sostituirle con armi degli Stati Uniti.”
E’ pazzesco. Notate come il generale Richardson non solo non escluda dall’offerta né Cuba né il Venezuela o il Nicaragua ma le includa esplicitamente nel gruppo dei 9 paesi a cui è rivolta l’offerta. Gli Stati Uniti stanno chiedendo a Cuba di fornire loro armi da poter girare all’Ucraina, magari in forma indiretta se non vogliono essere troppo espliciti e tentare di mantene i rapporti con la Russia (“donare alla causa…”). Sembra ovvio che paesi come Cuba o il Venezuela non accetterebbero mai di aiutare gli USA senza garanzie sull’eliminazione delle sanzioni o, nel caso di Cuba, persino dell’embargo che strangola l’isola da 60 anni.
La NATO è alla totale disperazione e dopo aver chiesto ad Israele di disseppellire le armi USA nascoste nel paese ed inviarle a Kiev ed avere chiesto a Seoul di fare lo stesso, arriva a chiederlo anche a… Cuba, promettendo non solo di eliminare l’embargo ma anche di inviare armi USA al governo de L’Avana.
Povera generale Richardson, in evidente imbarazzo. Appare chiaro che questa mossa è disperata ma non nasconde solo il bisogno di munizioni ma anche la consapevolezza che la Russia, subito dopo la conclusione della guerra in Ucraina, proporrà ai suoi migliori alleati la costruzione di basi russe sul suo territorio. I bombardieri nucleari hanno già fatto scalo a Caracas e Mosca non si farà problemi a questo punto a promettere – cosa della quale si sta già parlando – di costruire una base a Cuba, cosa che sarebbe un disastro per gli Stati Uniti.
La NATO si sta avviluppando su stessa e sta affondando ogni giorno di più.
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