La crisi delle banche occidentali ed in particolare di quelle USA sta accelerando negli ultimi giorni. Mentre si discute il blocco delle vendite allo scoperto (“short selling“) come nel 2008, il complesso delle banche fallite ha superato già per capitalizzazione il totale di quelle che avevano scatenato la crisi del 2008.
La situazione per la FED è molto complessa, con almeno la metà delle 4098 banche USA che hanno passività già superiori agli asset totali che detengono. Non solo ma circa 722 banche hanno perdite non realizzate (cioè non messe a bilancio) superiori al 50% della propria capitalizzazione e il contagio si sta allargando all’Europa dove, dopo il fallimento di Credit Suisse e la situazione drammatica dei fondi pensione del Regno Unito, anche i fondi pensione svedesi registrerebbero perdite per decine di miliardi dovute ai loro grandi investimenti in First Republican Bank, Silicon Valley Bank e Signature Bank, le prime tre banche fallite.
Il DTCC (“Depository Trust and Clearing Corporation“) ha comunicato che Wells Fargo Bank, un’altra importante banca USA, si “rifiuta di pagare le obbligazioni arrivate a maturazione”. La stessa nota era stata inviata dal DTCC su Lehman Brothers un mese prima del fallimento nel 2008.
Che la situazione sia di panico totale lo spiega anche l’annuncio del Tesoro americano sulla prossima monetizzazione del proprio debito, cioè sul fatto che il Tesoro inizierà a comprare direttamente parte del proprio debito a partire dal 2024, una misura che gli USA non usavano da decenni e che nasconde l’impossibilità di usare paesi terzi per nascondere la monetizzazione del debito. Paesi come quelli caraibici o come il Belgio hanno per anni comprato quote senza senso del debito USA con soldi per quasi certamente erano forniti dagli Stati Uniti stessi. Sembra che ora il Tesoro non possa più usare questo trucco.
Da settimane però molti sono perplessi sul perché la FED non stia fermando le voci sulle banche regionali, messe in crisi come tutti dal rialzo dei tassi ma che stanno con tutte evidenza subendo un massacro dovuto anche all’inedia della FED. Le banche regionali sono sempre state, anche durante la crisi del 2008, le più affidabili per la gestione e anche 15 anni fa l’iniezione di capitali che il Tesoro USA aveva garantito alle banche più grandi aveva fatto si che queste usassero quei soldi per acquisire decine di banche più piccole invece che stabilizzare i loro patrimoni e alleviare le proprie perdite. Le banche regionali erano virtuale senza perdite e sono state acquisite dalle cosiddette too big to fail, le mega-banche che avevano accumulato invece centinaia di miliardi di perdite.
In quel momento fu deciso che non doveva essere più consentito alle banche di diventare too big to fail e mettere così a rischio l’intero sistema. Ma, sorpresa: la FED sta facendo letteralmente il contrario, consentendo alle banche regionali di fallire e spingendole verso le ex too big to fail, creando così di nuovo un problema di accentramento e di dimensione di poche mega-banche che possono così di nuovo mettere in ginocchio l’intero sistema se fallissero.
Molti si chiedono perché lo facciano e qualcuno ipotizza un motivo che causerebbe ancora più preoccupazione al sistema: la FED sta cercando infatti di portare i depositi, cioè i conti corrente delle persone e delle aziende USA, all’interno delle banche principali, di fatto inondandole di denaro fresco. Ma perché lo fa, contravvenendo anche alle leggi? Per fare un esempio, per la legge USA JP Morgan non avrebbe potuto acquisire le attività di First Republican Bank perché detiene già più del 10% dei depositi dei cittadini USA, per l’esattezza il 16%. E’ illegale quindi vendere FRB a JP Morgan ma questa vendita ha portato all’acquirente circa 92 miliardi di depositi (denaro fresco) e circa 230 miliardi di prestiti e altre garanzie. Perchè la FED ha voluto violare le leggi per portare denaro fresco a JP Morgan?
Da qualche giorno si sta facendo strada una ipotesi molto sconcertante. La ex-banca di Dimon avrebbe in pancia derivati che scommettono sul calo del prezzo del dollaro per decine, forse centinaia di miliardi. Qualcuno dice a mezza bocca che questi derivati sarebbero più grandi di tutti gli asset attivi di JP Morgan e che basterebbe nei prossimi giorni o settimane una variazione di 1.000 dollari del prezzo dell’oro per far affondare la mega-banca USA, uno dei pilastri dell’intero sistema.
L’obbiettivo della FED sarebbe quindi portare denaro fresco alle banche come JP Morgan, sacrificando quelle regionali.
Anche perché il prezzo dell’oro è in salita e insistenti rumor dicono che Russia e Cina, conoscendo la situazione attuale delle banche USA, stiano continuando a comprare massicce quantità d’oro scatenando una corsa anche da parte di altri paesi con l’obbiettivo specifico di far affondare JP Morgan e chissà quante altre banche a cascata. Questa sarebbe parte della risposta di Cina e Russia alle sanzioni occidentali.
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