Kursk: la più assurda operazione della guerra, tra effetto media e tentativi estremi

Kursk: la più assurda operazione della guerra, tra effetto media e tentativi estremi

Nella giornata di ieri la NATO ha spinto l’Ucraina ad effettuare l’operazione militare più assurda di tutta la guerra. Quella di Kursk è una operazione così assurda che anche i media occidentali non si spiegano che cosa stia succedendo e, soprattutto, quale ne sia l’obbiettivo. Più di tutto non capiscono se la distruzione di decine di mezzi militari e la morte di centinaia di soldati abbia un senso.

La situazione è così confusa che persino Forbes ha messo in discussione l’operazione che attribuisce a elementi russi nelle file dell’Ucraina, definendo l’operazione “senza senso” mentre “nel frattempo il fronte ucraino crolla per mancanza di uomini”. In realtà nell’operazione di Kursk sono state usate anche diverse divisioni di elite dell’esercito ucraino, sottraendole appunto ai fronti nel Donbass in cui i russi stanno sfondando le difese in tutti i settori e conquistando un insediamento dopo l’altro.

Nella giornata di ieri decine di mezzi militari e centinaia, se non migliaia di soldati ucraini, hanno deciso di superare il confine russo ed entrare nell’area di Kursk. Hanno certamente colto di sorpresa le difese russe che non avevano visto una concentrazione di mezzi e uomini così importante, anche perché non sembrava che una cosa del genere avesse senso, e sono penetrati velocemente nel territorio russo, subendo tantissime perdite di uomini e mezzi ma riuscendo a entrare per 15 o fino a 25km in territorio russo.

I russi hanno risposto abbastanza velocemente all’operazione ma, non avendola prevista e pur infliggendo perdite notevoli agli ucraini, non sono riusciti ancora a fermarla circa 24 ore dopo. Le perdite subite dagli ucraini, sia di mezzi che di soldati, sono quelle che lasciano perplesso Forbes che non si spiega perché gli ucraini vogliano sacrificare così tante risorse per una operazione che porterebbe dubbi vantaggi. Gli ucraini non stanno infatti consolidando le proprie posizioni, né potrebbero perché sono a tiro di artiglieria, ma stanno attraversando velocemente il territorio.

Il risultato è una operazione di sicuro impatto mediatico ma con poche speranze di ottenere successi permanenti e persino temporanei. Al costo, ma questo per la NATO non è mai stato un problema, dell’uccisione di centinaia di uomini e della distruzione di decine di mezzi. Tuttavia da ieri l’Ucraina continua a rinforzare l’operazione, inviando anche unità di elite che sottrae ai settori ben più importanti del Donbass, dove l’esercito di Kiev è praticamente in rotta e i russi avanzano spediti conquistando tutte le roccaforti ucraine.

Quale può essere l’obbiettivo quindi di una operazione così folle? Il primo probabilmente è il tentativo di distruggere il terminale di Sudzha, il terminale che porta il gas in Europa dopo la distruzione dei gasdotti Nord Stream. Attraverso questo terminale l’Europa riceve il gas e l’accordo con l’Europa scade a fine anno, a Dicembre 2024. Non sorprendentemente, l’Europa – già devastata dalla limitazione, con conseguente incremento dei prezzi, delle importazioni di gas e petrolio russi – vorrebbe rinnovare l’accordo. Gli Stati Uniti invece, anche qui senza sorprese, premono perché l’accordo venga cancellato, cosa che rendere l’Europa completamente dipendente dagli USA per l’energia.

Ma c’è anche un altro scenario: dal terminale di Sudzha arriva il gas per i due paesi ribelli della UE, l’Ungheria e la Slovacchia. I due paesi stanno attivamente bloccando qualsiasi aiuto all’Ucraina che già da qualche settimana minaccia di bloccare e poi ha bloccato per davvero, il transito del gas verso Budapest e Bratislava. I due paesi hanno risposto bloccando l’esportazione di energia elettrica verso l’Ucraina e minacciando di non riprenderla. La distruzione del terminale di Sudzha bloccherebbe definitivamente le esportazioni di gas verso l’Europa, impedendo alla UE di rinnovare l’accordo pur volendolo e creando un gravissimo danno economico ad Ungheria e Slovacchia, una crisi economica che, si spera, possa portare ungheresi e slovacchi a rovesciare i loro governi, sostituendoli con amministrazioni filo-Occidentali.

Di più, la distruzione del terminal di Sudzha, con la conseguente interruzione del transito del gas subito prima dell’inizio dell’Autunno e dell’Inverno, potrebbero essere anche addebitate a Mosca, colpevole di averle interrotte volontariamente per far congelare la popolazione europea e causare una ancora più grave crisi economica e questo potrebbe finalmente portare l’opinione pubblica europea ad accettare una guerra contro la Russia che assolutamente adesso non vogliono. Stessa cosa dicasi per il terminal petrolifero di Druzhba.

Il secondo obbiettivo potrebbe essere quello di raggiungere la centrale nucleare di Kursk, che dista solo 90km dal confine. Qui le possibilità sono due: prendere il controllo della centrale nucleare per controbilanciare il controllo russo su Zaporozhye ed ottenere una leva sulle trattative; o, ancora peggio, causare un incidente nucleare sul territorio russo, come spesso l’Ucraina ha tentato di fare con Zaporozhye.

L’ultima avventura spietata della NATO sta costando grandi perdite agli ucraini, tanto che sono almeno 54 i veicoli già distrutti ed almeno 300 le vittime tra morti e feriti, ma la NATO non si preoccupa di cose come la vita dei soldati.

Se è vero che hanno preso i russi di sorpresa, i loro obbiettivi sono sempre cinici e non contemplano alcun rispetto per la vita delle persone. Le strategie si fanno ormai a Washington e gli USA hanno la necessità impellente di vincere una guerra che stanno disastrosamente perdendo. Ma loro sono a 10mila km dal fonte e questo conta.

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