Israele versa in uno stato di totale confusione. Netanyahu, dopo l’uscita dei ministri la scorsa settimana, ha definitivamente sciolto il Gabinetto di Guerra. Da oggi in poi prenderà le decisioni con un piccolo gruppo di fedelissimi. Gli Stati Uniti stanno facendo pressione perché Israele si ritiri da Rafah dove non solo sta compiendo stragi gratuite e senza senso ma sta anche perdendo decine di uomini. 16 oggi, 26 ieri, 18 il giorno prima.
La Resistenza palestinese aveva rallentato la sua azione per favorire un accordo ma, ora che l’accordo non sembra possibile, colpisce sempre più durante l’esercito israeliano in completa confusione e devastato da perdite terribili. Ieri Tel Aviv ha dichiarato una “tregua unilaterale” a Rafah ed ha fatto entrare camion di aiuti mentre l’esercito cerca di capire cosa sia meglio fare.
Intanto continuano le manifestazioni dei cittadini israeliani e persino l’ex-Ministro Gantz, appena dimesso dal governo, si è fatto fotografare ad una manifestazione per la conclusione dell’accordo e la liberazione degli ostaggi.
Secondo Gantz lo scambio di prigionieri dovrebbe essere completato, accettando un cessate il fuoco permanente in cambio degli ostaggi.
La situazione per Israele è drammatica. Tel Aviv ha paura di una guerra con Hezbollah. Molti generali ed ex-Mossad compaiono spesso sui media per affermare che una guerra contro la milizia libanese sarebbe una follia e porterebbe solo morte e distruzione. Hezbollah era accreditata di possedere tra i 200 ed i 300mila missili di tutti i tipi ma qualche giorno fa il rappresentante iraniano delle brigate al-Quds ha affermato che Hezbollah possiede ora più di un milione di missili di tutti i tipi. E ormai possiede anche una contraerea.
L’esercito ha paura di una guerra contro Hezbollah anche se fa finta di essere spavaldo. I soldati israeliani, non preparati a questa guerra, sono allo stremo. Ieri uno di loro si è suicidato subito dopo essere tornato da Gaza e almeno altri 10mila soffrono della sindrome da stress post-traumatico ed hanno bisogno di grande aiuto psicologico. Iniziano i primi fortissimi segnali di insofferenza da parte dei militari israeliani che da settimane si dicono essere pronti ad un colpo di stato.
Ieri, in modo completamente inusuale, il portavoce dell’Esercito Israeliano ha pronunciato un discorso che normalmente avrebbe dovuto pronunciare l’autorità politica, cioè Netanyahu. Un discorso programmatico in cui si affermava che Israele sta cercando una soluzione diplomatica con Hezbollah ma che, se l’escalation continuerà, è pronta alla guerra.
“L’organizzazione terroristica Hezbollah sta portando avanti una escalation contro Israele. […] Hezbollah ci sta portando verso una escalation più ampia, una escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per il Libano e l’intera regione. […] Dato che Hezbollah rifiuta di rispettare le risoluzioni dell’ONU e […] il Libano non riesce ad imporre le risoluzioni su Hezbollah, Israele prenderà le misure necessarie. […] Abbiamo il dovere di difendere i cittadini di Israele e rispetteremo questo dovere a tutti i costi.”
E’ il primo segnale chiaro che l’autorità politica in Israele sta per essere esautorata dall’esercito che non gradisce l’indecisione che sta portando a decine di morti e centinaia di feriti. Se Netanyahu pensa che sia meglio un accordo, è la posizione dell’esercito, lo faccia. Se pensa che l’accordo sia impossibile, faccia la guerra al Libano. La situazione attuale è solo una disfatta clamorosa per Israele.
Nel frattempo rappresentati norvegesi affermano che in Cisgiordania la corrotta Autorità Palestinese sia ormai prossima al collasso, con la Resistenza pronta a prenderne il posto.
La situazione è così drammatica che persino l’Amministrazione USA – che aveva fatto finta di bloccare i rifornimenti di armi per motivi elettorali – pare sia ormai intenzionata a sbloccare le forniture e ricominciare le consegne di armi a Tel Aviv. Nella giornata di ieri Biden, che si avvicina ad una devastante sconfitta alle elezioni di Novembre, ha autorizzato la vendita di oltre 50 aerei ad Israele mentre Netanyahu rilascia un video nel quale afferma che non è possibile che l’amministrazione USA abbia rallentato le consegne di armi.
Oggi però è arrivata l’ultima umiliazione: Hezbollah ha pubblicato un video girato dai suoi droni che hanno sorvolato senza alcuna difficoltà il porto di Haifa, i centri cittadini e le installazioni militari israeliane, senza che nessuno lo notasse e senza che le unità contraeree Iron Dome non solo abbattessero ma nemmeno rilevassero i droni. Israele è sotto shock dopo questo video che conferma, come già ha dichiarato qualche ex-militare ai media di Tel Aviv, che la milizia libanese è tecnologicamente alla pari con Israele. L’umiliazione di droni di Hezbollah che sorvolano le installazioni militari più sensibili e fanno capire di poter bombardare il porto di Haifa, le sue installazioni militare, petrolifere e chimiche, in qualsiasi momento è davvero troppo per l’establishment israeliano.
Nelle ore successive alla pubblicazione del video si era diffuso il rumor che l’esercito israeliano stesse facendo pressione sul governo per fermare la guerra, accettando le richieste palestinesi.
Nelle ultime ore, però, il governo israeliano ha dichiarato ufficialmente di avere approvato una operazione militare in Libano. Le parole sono decise ma la realtà è tutt’altra. Come si diceva l’esercito israeliano ha paura di una azione in Libano e ancora di più la teme dopo quello che è successo oggi. Per questo il comunicato parla di “operazione approvata” ma di dettagli da definire, cioè – fuori dai denti – è solo un comunicato che spera di trovare dall’altra parte una sponda per portare avanti una de-escalation, cioè di ottenere un passo indietro di Hezbollah.
Passo indietro che non arriverà e la capacità di Israele di lanciare davvero un attacco al Libano in queste condizioni è tutta da provare. A Tel Aviv mancano ormai gli uomini, le armi e soprattutto un piano che le consenta di poter immaginare che la guerra in Libano sia diversa da quella a Gaza. In effetti, sarà 100 volte peggio e l’esercito israeliano lo sa benissimo.
Lo stato di Israele è vicinissimo al suo epilogo, sia che decida di essere così pazzo da attaccare il Libano sia che decida di soprassedere per evitare di essere umiliato ancora di più. In ogni caso, la caduta militare di Israele è definitiva, quella politica seguirà a breve.
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