In puro stile Gladio, il governo e la NATO nascondono il flusso di mercenari italiani in Ucraina, propagandato sul Web

In puro stile Gladio, il governo e la NATO nascondono il flusso di mercenari italiani in Ucraina, propagandato sul Web

Solo pochi giorni fa la notizia della morte di Massimiliano Galletti, marchigiano di San Benedetto del Tronto, arrivato in Ucraina da “volontario” e che secondo i media operava da soccorritore. Entrato in coma dopo essere stato colpito dalle schegge di un razzo anti-carro RPG e poi deceduto il 1° Novembre. Il governo ha fatto scrivere ai media che l’uomo partecipava ai soccorsi a Karkiv, era quindi un volontario che operava nell’assistenza ai combattenti ucraini, un paramedico non un “foreign-fighter” si affrettano a scrivere i media italiani come l’ANSA:

Morto in Ucraina Massimiliano Galletti, volontario della Protezione Civile – Mondo – Ansa.it
Esperto nella guida di cani molecolari, aiutava i soccorsi a Karkiv (ANSA)
www.ansa.it

L’ANSA ci dice anche un’altra cosa: si tratta del primo italiano morto in Ucraina. Ma anche questo sarà vero? Ovviamente no. Il governo italiano, in collaborazione con la NATO, sta nascondendo il flusso di mercenari che invia in modo nascosto in Ucraina. Pochi giorni dopo la morte di Galletti sono spuntate, come ci ricorda anche il media marchigiano Il Resto del Carlino, foto e video in mimetica di Galletti che quindi non era un soccorritore:

Ascoli, il giallo del soccorritore al fronte: ora spunta un video in mimetica
Un uomo col passamontagna dall’accento piceno insieme ai paramilitari che combattono la Russia. Famiglia in silenzio, l’avvocato: soltanto illazioni. Il 59enne era partito come volontario paramedico
www.ilrestodelcarlino.it

Galletti diffondeva via social anche i contenuti della Legione Internazionale, il gruppo di mercenari internazionali che la NATO ha assemblato per dirigere ed aiutare l’esercito di Kiev e che viene lautamente pagato dai canali internazionali e dal governo ucraino.

Quindi, come confermato da Il Resto del Carlino, Galletti non era un paramedico ma era una persona che aveva addestramento militare, che condivideva contenuti di un gruppo di mercenari finanziati dalla NATO e che probabilmente ne faceva parte. Probabilmente non è, come afferma anche l’ANSA, il primo italiano a morire in Ucraina dato che i soldati russi hanno diffuso diverse volte le insegne dei militari uccisi in battaglia e tra queste compaiono diverse volte insegne italiane, ad esempio a Bakhmut:

Ancora più significativo però è un video della Legione Caucasica, una organizzazione di mercenari internazionali gestita e finanziata dalla NATO direttamente o attraverso l’Ucraina. In questo video, introdotto da un superiore che parla spagnolo, si vedono e si sentono due italiani, coperti da passamontagna. Uno ha un accento sardo mentre il secondo ha un accento chiaramente marchigiano. Secondo molti questa seconda persona sarebbe Massimo Galletti, in mimetica e davanti ad un PC mentre invita altri italiani ad andare a combattere in Ucraina.

I due italiani dicono cose molto chiare:

“Sono Italiano, sono qui con la Legione Caucasica. E’ una legione con varie nazionalità, ora siamo nel processo di arruolamento, firmeremo il contratto ed inizieremo a lavorare.”

Il secondo a parlare dovrebbe essere Galletti:

“Sono italiano, sono qui con la Legione Caucasica. Abbiamo bi… chi vuole arruolarsi in questa unità militare c’è la possibilità. Abbiamo bisogno però di persone… sane”

Il militare italiano, che sia Galletti o meno, chiede che chi si propone sia “sano”, cioè capace di combattere. Evidentemente non è un lavoro da ufficio.

“Qui alla Legione Caucasica abbiamo la possibilità di usare dei sistemi moderni, per imparare ad utilizzare i droni. Presto apriranno nuove classi per poter studiare e quindi tutti quanti avranno la possibilità di studiare ed imparare nuove nozioni e nuovi materiali. Se verranno però nuove persone però già esperte con i droni sarà meglio perché la nostra forza aumenterà”

L’italiano, della Sardegna, parla di classi e di studiare ma poi spiega che in realtà cercano persone già esperte nell’uso di droni per aumentare “la nostra forza”. Non si tratta quindi di accademia in Ucraina, si tratta di unità da combattimento.

Parla poi il marchigiano, quello che potrebbe essere Galletti:

“Si sta perfezionando l’unità anche dal punto di vista tecnologico, appunto con i droni… dove si effettueranno dei corsi specifici per l’utilizzo di questi strumenti importanti per la causa e per la vittoria dell’Ucraina. “

Anche Galletti, se è lui, parla di studio ma poi fa riferimento alla vittoria dell’Ucraina, quindi anche qui non stiamo parlando di accademia ma di azioni operative.

All’inizio del video il primo italiano parla di contratto da firmare. Con chi si firmano questi contratti per combattere all’estero? Il nostro governo e, soprattutto, le nostre Procure della Repubblica sanno che italiani firmano contratti – quindi documenti ufficiali con controparti ufficiali – per combattere all’estero, una cosa totalmente illegale in Italia? Sanno che vengono diffusi video, in Italiano, per l’arruolamento di nuove persone e che questo viene definito proprio “processo di arruolamento” dagli italiani che parlano nel video. Non ci arruola in un ufficio, probabilmente. Le Procure sono interessate?

Le istituzioni e il Presidente della Repubblica, capo delle Forze Armate, sanno e cosa ne pensano del fatto che venga fatto proselitismo verso militari (“se verranno però nuove persone già esperte con i droni”… chi possono essere?) italiani per spingerli ad andare a combattere in Ucraina?

Chi ha ordinato ai media, quando è stato ferito e poi è morto, di scrivere che Galletti fosse un paramedico che è andato a fare il soccorritore in Ucraina e non di scrivere che era parte di una unità paramilitare della NATO pagata anche dai finanziamenti che vengono forniti dall’Italia? Non può certo averlo ordinato un anonimo incappucciato istruttore se l’ANSA parla di paramedico.

Soprattutto, la NATO sta cogliendo l’occasione per addestrare unità paramilitari in Ucraina, in pure stile Gladio, usando i neofascisti come serbatoio di reclutamento di unità non ufficiali finanziate in modo opaco se non addirittura in modo del tutto nero ed illegale, sfruttando al presenza al governo di un gruppo politico contiguo ai neofascisti italiani?

E, se si, dove verranno utilizzate queste unità paramilitari? Come possiamo essere sicuri che questi gruppi di neofascisti non tornino in Italia per operare all’interno del paese, magari carichi di armi ottenute illegalmente attraverso la NATO ed i suoi finanziamenti illegali?

E, soprattutto, che garanzia abbiamo che queste unità paramilitari non vengano poi usate internamente nel paese per reprimere il dissenso e, magari, proteste di lavoratori, sindacati ed eventuali rivolte sociali legate alla crisi economica, utilizzando soggetti non-istituzionali ma che abbiano ricevuto addestramento militare sul campo in una vera guerra?

(di seguito le immagini degli articoli dell’ANSA e de Il Resto del Carlino qualora i due collegamenti spariscano dal Web)

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