Il disastro israeliano in Libano: l’invasione termina prima di cominciare

Il disastro israeliano in Libano: l’invasione termina prima di cominciare

Devastata ormai da centinaia di morti, migliaia di feriti (almeno 200 tra morti e feriti sono solo nell’ospedale Teluguin di Haifa), almeno una 50ina di carri armati già distrutti prima ancora di entrare in Libano e 80mila soldati fermi da quasi un mese al confine con il Paese dei Cedri mentre Hezbollah aumenta il suo raggio d’azione e la distruttività dei suoi attacchi, Israele sembra aver preso la decisione di dichiarare vittoria e chiudere il disastro dell’invasione del Libano.

Ufficiali civili e militari hanno annunciato che la presunta (se fosse mai avvenuta) invasione del Libano “potrebbe arrivare ad una fine improvvisa entro una o due settimane”. Israele potrebbe ritirare l’esercito e cercare “una soluzione negoziale”, riservandosi di “colpire Beirut”.

L’avventura libanese potrebbe così chiudersi prima ancora di cominciare nonostante Hezbollah abbia aumentato la quantità e la qualità dei suoi attacchi. Se succedesse, sarebbe la conferma che ormai Israele non è in grado nemmeno di combattere con successo contro entità non-statali come Hezbollah o i palestinesi di Gaza, e questo nel contesto anche di una superiorità aerea che è ormai svanita come testimonia il fallito attacco all’Iran.

Sono però troppe le perdite che si stanno accumulando al confine, dove Israele in un mese è riuscita ad avanzare di pochi chilometri e a volte solo poche centinaia di metri. Ottantamila uomini e almeno 1.000 carri armati sono impantanati al confine e cadono preda di attacchi costanti di Hezbollah che, nonostante questo, riesce comunque ad attaccare Tel Aviv e tutte le zone centrali di Israele. L’invasione del Libano doveva costringere Hezbollah a concentrarsi sugli uomini al confine e alleggerire gli attacchi nelle altre zone di Israele ma il risultato è stato completamente diverso e la milizia libanese è persino riuscita ad inviare un drone contro la finestra della camera da letto del premier israeliano.

Pur costituendo una cocente umiliazione, in queste condizioni continuare questa campagna è completamente inutile e rischia di decimare uomini e mezzi israeliani, già provati da un anno di guerra. Tra in ranghi israeliani la situazione è ormai insostenibile e per la popolazione un anno di guerra, senza alcun accenno ad una possibile vittoria, sta diventando ancora più devastante.

Con un messaggio diffuso ieri Hezbollah ha ordinato agli abitanti di 25 insediamenti israeliani del Nord di evacuare essendo i loro insediamenti diventati luoghi di dispiegamento dell’esercito di Tel Aviv e, quindi, obbiettivi militari. Questo spiega facilmente quale situazione stia vivendo il paese con l’esercito israeliano che ha ormai perso completamente il controllo della guerra che ha scatenato.

Ai problemi in Libano si aggiungono quelli a Gaza e ovviamente lo sconcerto per il fallito attacco all’Iran di due giorni fa. Mai Israele avrebbe pensato che un suo attacco, il “più grande attacco aereo mai portato” in tempi recenti, avrebbe avuto esattamente zero impatto sul suo nemico, tanto da non poter nemmeno diffondere una foto di qualcosa di colpito e dovendo delegare al suo mini-esercito di account social la possibilità di cercare qualche macchia nera sulle foto satellitari mentre giura e spergiura di avere colpito qualcosa. I visi nelle situation room israeliane la dicono lunga.

Come si vede nella foto precedente, gli aerei israeliani non sono si sono nemmeno azzardati ad avvicinarsi allo spazio aereo iraniano, rimanendo ad una distanza tra i 100 ed i 200km dalle difese aree di Teheran. La differenza enorme tra le immagini dei missili iraniani che piovevano su Israele colpendo centinaia di obbiettivi e quelli israeliani distrutti in cielo dalle difese aree iraniane è già, da solo, un colpo al cuore dell’immagine dell’entità sionista.

La preparazione di questo attacco ha richiesto l’uso di oltre 100 aerei riforniti in volo da 12-15 aerei cisterna arrivati appositamente dagli Stati Uniti, uno sforzo militare enorme che ha sortito esattamente zero effetti. Più che deterrenza, è la conferma di quanto ormai la tecnologia NATO sia inefficiente.

Non va infatti dimenticato che Israele non avrebbe mai osato attaccare l’Iran senza il supporto della NATO che ha messo a disposizione uomini e mezzi. Sebbene l’amministrazione USA continui la commedia facendo finta di voler moderare, senza riuscirci, il suo mostro preferito, è perfettamente chiaro a tutti che a volere l’attacco all’Iran siano stati gli Stati Uniti. Gli USA da un lato volevano provare, sacrificando Israele, ciò che loro stessi non possono provare e cioè quanto un attacco di quel tipo fosse efficace contro l’Iran e in definitiva quale sarebbe l’impegno che gli Stati Uniti dovrebbero profondere in una guerra diretta contro Teheran e quanto efficaci siano le difese che, non solo grazie a Russia e Cina ma anche grazie ad un gigantesco balzo tecnologico degli iraniani, sono ora attive nel paese.

D’altro canto avrebbero anche impartire una lezione a Teheran per costringerla a più miti consigli per interposta… guerra. Questo anche nel contesto di un disastro della NATO in Ucraina, dove i russi hanno vinto la guerra contro il meglio-rifornito e meglio-addestrato esercito NATO del mondo, permettendosi anche il lusso (se possiamo chiamarlo così) di condurre una guerra “etica” e cioè senza fare come Israele.

Due sconfitte devastanti se si considera che la campagna NATO per ridisegnare il mondo a sua immagine e somiglianza, e la sua trasformazione da presunta alleanza difensiva a macchina da guerra offensiva, era partita sostanzialmente con gli attacchi alla Jugoslavia nel 1995 e poi nel 1999 ed erano stati principalmente condotti con bombardamenti aerei. Trenta anni dopo, le immagini degli iraniani (video di seguito) che osservano le loro difese aree respingere facilmente un attacco aereo della NATO mentre i loro missili piovono su una delle capitali dell’Alleanza è piuttosto impressionante e segna definitivamente la fine della superiorità dell’Alleanza e quindi chiude, come disse due anni fa Lavrov, 500 anni di dominazione occidentale sul Mondo.

Israele è il cane rabbioso della NATO. Come si vede benissimo dal 7 Ottobre, è la faccia sporca dell’Alleanza che gli Stati Uniti per spiegare agli altri paesi cosa potrebbero fare loro senza farlo davvero. Per questa ragione ad Israele l’Occidente sta concedendo la possibilità di fare tutto: stragi, genocidi e tutto il repertorio che il nazismo ed il fascismo hanno reso noti.

La clamorosa umiliazione di Israele, persino contro attori non-statali come i palestinesi di Gaza e Hezbollah, rende completamente impraticabile la progettazione di guerre contro la Russia o la Cina di cui la NATO ha disperatamente bisogno.

Intanto, l’Asse della Resistenza sta piano piano portando avanti il suo piano di demolizione dell’entità sionista trascinandola in una guerra d’attrito che la sta devastando sotto tutti i punti di vista. Non ci sarà migliore e più grande segnale alla NATO della caduta del suo mostro preferito, usato per decenni.

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