Il 15% del governo iraniano è composto da donne, con ministeri importanti loro assegnati

Le donne ed i giovani in Iran stanno vincendo la loro battaglia per cambiare il paese senza essersi svenduti agli occidentali ed essere diventati preda della NATO.

Il nuovo governo iraniano uscito dalle ultime elezioni vede la presenza del 15% di donne e, soprattutto ministeri importanti loro assegnati. Farzaneh Sadegh è stata nominata Ministro per le strade e lo sviluppo urbano, un ministero molto importante perché ha un portafogli di fondi molto consistente che verrà gestito da Sadegh. Infatti si tratta della prima donna nominata a capo di quel ministero dal 1979.

In un’altra foto storica, la “zarina dell’Ambiente”, Khanūm Sheena Ansari, ispeziona la guardia d’onore composta da ranger armati il suo primo giorno di lavoro. La Ansari prenderà il controllo dei problemi ambientali della città di Teheran che di recente sta vedendo aumentare l’inquinamento.

I giovani e le donne iraniane stanno cambiando il loro paese senza cadere nella trappola occidentale che vorrebbe solo prendere il controllo di uno stato considerato nemico, per trasformarlo – come tanti altri – in un protettorato occidentale.

Questa battaglia non sarà né breve né semplice. Quello che i lavoratori occidentali possono fare per aiutare la popolazione è rifiutare la logica dell’intervento per rovesciare il sistema iraniano per interessi geopolitici e promuovere una contaminazione culturale che inevitabilmente è destinata a far progredire ed evolvere il paese.

Sta poi agli iraniani decidere se vogliano mantenere il loro paese come stato islamico e su questo gli occidentali non possono e non devono mettere bocca.

A conferma del cambiamento c’è anche la rivelazione del premier iraniano Pezeshkian che ha confermato che è stato l’Ayatollah Khamenei in persona, la suprema guida spirituale iraniana, a chiedere urgentemente la nomina di una donna al Ministro per le strade e lo sviluppo urbano, ministero che – come detto – non era mai stato assegnato ad una donna per la sua importanza. Tra i nominati nel governo, che ha ricevuto il voto di fiducia, ci sono anche sorprese come una persona che è stata arrestata per le rivolte del 2009, un altro ministro che ha appoggiato le rivolte del 2022 ed un’altra personalità che nel 1999 firmò una lettera indirizzata a Khamenei chiedendogli di “bere l’amaro calice” e ristabilire le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.

Cosa è cambiato? Lo stato iraniano è enormemente più forte ora, il paese è diventato uno dei più importanti player del Medio Oriente e, soprattutto, la posizione netta che i manifestanti hanno preso durante le ultime rivolte, non accettando di diventare burattini dell’Occidente, rende possibile integrare le loro proteste nel normale processo democratico e cercare nuovi equilibri.

Come ha confermato Pezeshkian, tutti i ministri sono stati anche accettati e a volte richiesti dallo stesso Khamenei.

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