In nuovo video, quello di seguito, diffuso da Hezbollah, il suo leader Nasrallah avverte che in caso di guerra la milizia libanese combatterà “senza remore, limiti o regole”. Il video poi elenca decine di obbiettivi sensibili israeliani, con foto particolareggiate e le loro coordinate satellitari. Tra queste basi militari, la base strategica per la gestione dei satelliti e persino la centrale nucleare di Dimona.
Nei giorni scorsi un ufficiale statunitense si era detto preoccupato delle particolareggiate immagini ad alta risoluzione che Hezbollah aveva mostrato di possedere grazie ai suoi droni. “Dal 1997 abbiamo impedito a qualsiasi azienda satellitare di produrre immagini ad alta risoluzione di Israele. Queste immagini sono molto preoccupanti”.
Si tratta dell’ultimo avvertimento da parte della milizia libanese, volto a scoraggiare l’avventurismo di Israele che – istigata dagli americani – ora non vede altra soluzione che una operazione in Libano per cercare di ripristinare quella deterrenza che Nasrallah ed i suoi hanno ormai distrutto. Ma l’esercito ha paura. In una dichiarazione di pochi giorni fa il presidente dell’azienda nazionale per l’energia elettrica israeliana (National Electrical System Management Company, NOGA) aveva avvertito tutti che “Israele non è pronta per una vera guerra, secondo me. Hezbollah potrebbe rendere non abitabile Israele in 72 ore.”, riferendosi al fatto che l’attacco alla rete energetica nazionale potrebbe disabilitarla completamente in 3 giorni.
Per un paese come Israele, l’assenza di energia elettrica significa sostanzialmente la sua non-abitabilità.
E’ ormai anche evidente la spaccatura che c’è tra l’esercito e il governo israeliano. Qualche giorno fa, in modo molto inusuale, il portavoce dell’Esercito aveva pubblicato una dichiarazione che spetta certamente all’autorità politica, parlando dell’escalation di Hezbollah e del fatto che Israele si sarebbe difesa se gli attacchi non fossero cessati e come questo avrebbe potuto portare ad una guerra regionale. Com’è evidente, non spettano all’esercito queste valutazioni né questa dichiarazioni ed era già significativo che l’esercito avesse scavalcato il potere politico pubblicandole.
Ma in modo ancora più inusuale il portavoce dell’Esercito israeliano Hagari ha dichiarato qualche giorno dopo anche che “è impossibile distruggere Hamas. Hamas è una idea e chi dice di poterla distruggere sta lanciando sabbia negli occhi”
Si tratta di una nettissima presa di distanza perché chi aveva dichiarato che avrebbe distrutto Hamas non è altri che il governo israeliano. Affermare che chi dichiara di voler distruggere Hamas getta sabbia negli occhi della popolazione, significa perdere le distanze dal governo israeliano. La spaccatura è quindi conclamata, con Netanyahu che viene accusato dai militari di non essere né troppo duro né di accettare le condizioni della Resistenza palestinese e mettere fine alla guerra.
Tutte le autorità militari hanno paura di iniziare una guerra contro Hezbollah, che poi diventerebbe presto una guerra con il Libano, Gaza, la Cirsgiordania, la Siria e potenzialmente l’Iran. Tuttavia sembra non esserci più alcuna possibilità di evitarla. Lo show di Israele degli ultimi giorni, con lo spostamento di mezzi e truppe verso il Libano, è probabilmente più orientato a spaventare Nasrallah e la sua milizia ma non sta avendo effetto.
A questo punto la guerra contro Hezbollah, che ha spavaldamente dichiarato che deciderà lei – e non il governo israeliano – se e quando i coloni del Nord ritorneranno nelle loro case, è più interessata a farla la NATO che con Tel Aviv. Gli analisti occidentali danno per scontato che Israele sarà devastata da un conflitto contro Hezbollah tanto da preparare più di una alternativa per gli attacchi contro il Libano, dando per scontato che Tel Aviv non ne sarà capace entro poche ore. Da questo arriva l’avvertimento di Nasrallah a Cipro, che sarà usata come base, ma anche alla Giordania mentre la portaerei Eisenhower si sta portando davanti alle coste di Israele per assicurare il suo supporto. Si prepara anche la Francia che vorrebbe armare i cristiani in Libano perché combattano contro Hezbollah dall’interno, una pura mossa da paese colonialista.
La NATO rischia di nuovo. Ha già preso una cantonata e una brutta batosta confrontandosi con gli yemeniti che hanno mostrato come le armi in possesso dell’Asse della Resistenza siano ben più importanti di quelle che si immaginava. Gli Stati Uniti hanno di recente ammesso che la loro fallita campagna nel Mar Rosso è costata più di un miliardo di dollari e non è riuscita a sbloccare la situazione. Ora la portaerei darà supporto operativo per Israele mentre fa ritorno a casa. Siamo però sicuri che la milizia libanese non abbia sorprese per la NATO come le avevano gli yemeniti?
Leave a Reply