Hezbollah avvia la prima parte della rappresaglia. La BBC: Israele ci impedisce di parlarne

Hezbollah avvia la prima parte della rappresaglia. La BBC: Israele ci impedisce di parlarne

Durante la notte di due giorni fa Hezbollah ha avviato la prima parte della rappresaglia, quella che secondo gli analisti non ci sarebbe mai stata, contro Israele lanciando circa 320 missili contro obbiettivi militari nella Palestina occupata. Mantenendo fede al loro impegno, i miliziani non hanno mirato ad obbiettivi civili nonostante Israele non abbia fatto lo stesso.

L’obbiettivo principale, come confermato da Nasrallah, era il quartier generale della divisione 8200 del Mossad, quella che si occupa della sorveglianza elettronica ma anche quella che aveva probabilmente tracciato Fuad Shukr, uccidendolo. Nonostante non solo Israele ma anche gli Stati Uniti ed i loro alleati fossero in situazione di massima allerta, l’attacco di Hezbollah è riuscito perfettamente tanto che la BBC ha denunciato che il governo israeliano aveva attivato il bavaglio militare sui media imponendo a tutti, inclusi i media stranieri, di mostrare foto e video degli attacchi. Troppo umiliante sarebbero state le immagini di Tel Aviv che bruciava.

“Se non volete mostrare i vostri palazzi che bruciano, e quindi noi non abbiamo risposto, allora preparatevi alla risposta”, aveva sfidato Nasrallah nel suo messaggio di conferma degli attacchi in cui fornisce anche le coordinate a Tel Aviv del quartier generale del Mossad, colpito da almeno due missili.

Netanyahu, che aveva parlato di attacco preventivo portato da Israele per bloccare 6.000 missili che Hezbollah voleva lanciare (attacco completamente inventato: Israele ha colpito le solite fattorie di fragole), per la prima volta in questa guerra ha mostrato intelligenza, accettando l’attacco ed evitando di rispondere con una operazione in Libano. Del resto, Nasrallah lo aveva ammonito: “I tempi di Israele che entra in Libano con la fanfara sono finiti. Sono iniziati i tempi in cui Hezbollah entra in Israele con la banda musicale.”

Israele ha scelto quindi la pazienza, ha ripreso i suoi attacchi mirati in Libano ma non a figure di spicco, ha pensato che la sua incapacità di intercettare i missili più rudimentali che Hezbollah possiede ed anche la sfrontatezza con cui la milizia libanese ha attaccato un obbiettivo a 100km dal confine, che è persino la capitale, invece che limitarsi ad un attacco minore, hanno consigliato prudenza ed attente valutazioni. “Avremmo potuto attaccare obbiettivi più vicini al Nord oppure anche Haifa ma abbiamo scelto di attaccare Tel Aviv”, ha affermato Nasrallah.

Per la prima volta nella storia, una milizia non-statale impone un equilibrio di deterrenza ad un esercito regolare, persino il più forte esercito del Medio Oriente e, in teoria, il secondo o terzo esercito più letale al mondo. Per chiarire ancora meglio la situazione, Hezbollah ha anche attaccato una speedboat da guerra israeliana di classe Dvora, uccidendo almeno un marinaio israeliano e ferendone almeno un altro. Un altro messaggio sul fatto che un eventuale attacco al Libano dal mare troverà Hezbollah pronta come quando, nel 2006, la milizia ha quasi affondato una nave da guerra del nemico con un missile C-810 di fabbricazione cinese. Subito dopo, dato lo shock, la guerra è finita e Israele ha accettato l’umiliazione di averla persa.

Dopo l’attacco dei libanesi sono arrivati i messaggi di congratulazioni dallo Yemen (“la nostra rappresaglia sta per arrivare”) e dall’Iran (“abbiamo il diritto di rispondere all’attacco israeliano”) confermando quindi che Israele vivrà momenti difficilissimi nelle prossime settimane con almeno altri due devastanti attacchi che arriveranno presto da altri paesi.

Nel frattempo la situazione interna di Israele è pessima e l’ex-generale Yitzhak Birk ha preso la penna ed ha scritto sui media: “Israele sta galoppando verso l’abisso. Se la guerra contro Hezbollah ed Hamas continuasse, Israele collasserebbe entro meno di un anno.”

Completamente scollegati dalla realtà, la NATO ed il suo protetto cercano un modo per vincere una guerra in cui pensavano di prevalere in poche settimane e che, dopo un anno, è umiliante quanto quella in Ucraina.

Intanto, a breve arriveranno anche le risposte di Yemen e Iran e questo potrebbe persino assestare un colpo mortale allo stato di Israele.

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