L’ultima linea di fortificazioni del Donbass è ormai caduta e, con essa, tutto il Donbass che è, a questo punto era, l’area più fortificata al mondo. Forse solo il confine tra Nord e Sud Corea è paragonabile a quello che era il Donbass. Da ieri Donetsk, che per 10 lunghi anni è stata sotto il fuoco dell’artiglieria ucraina, è ufficialmente fuori tiro e non può più essere attaccata dall’esercito NATO. Tutte le fortificazioni costruite in Ucraina tra il 2014 ed il 2024 per la guerra contro la Russia sono state distrutte, aggirate o neutralizzate.
Sarà anche per questo che nella notte la NATO, ed i suoi pupazzi ucraini, hanno deciso di attaccare ancora una volta Belgorod, uccidendo 5 civili e ferendone 37. L’attacco a Belgorod è anche necessario per tenere i riflettori accesi dato che anche dalla parte di Kursk le cose vanno male. Anzi, malissimo.
Vanno così male che in tutti i settori, sia a Kursk che sul fronte orientale in Ucraina, l’esercito di Kiev sta ora ritirando tutte le sue unità di élite, sostituendole con unità territoriali e soldati inesperti, e questo accelererà ancora di più l’avanzata russa. Questo segna la fine in primis dell’avventura di Kursk, una delle operazioni più sciocche mai compiute in una guerra moderna.
Indica però anche che il fronte orientale è ormai caduto e non vale la pena difenderlo usando unità e mezzi importanti. Meglio inviare solo le riserve e provare – forse, perché non è chiaro dove stiano andando queste unità di élite – a difendere ancora il fronte orientale che sta crollando. I russi controllano ormai Pokrovsk e arriveranno presto a Ugledar. Hanno superato le fortificazioni senza usare le loro armi migliori, senza una mobilitazione generale, senza lanciare una campagna di guerra spietata che colpisca anche civili ed infrastrutture (come sta facendo Israele in Palestina). Dal punto di vista della NATO è terrificante.
Un comandante ucraino ha di recente dichiarato al Daily Telegraph: “Non ho mai visto una avanzata così veloce. Sono velocissimi. I nostri problemi sono sempre gli stessi: non abbiamo fanteria, non abbiamo sufficiente artiglieria né munizioni, non abbiamo abbastanza droni”.
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