Dodici giorni dopo aver annunciato l’invasione Israele non è ancora riuscita ad entrare in Libano

Dodici giorni dopo aver annunciato l’invasione Israele non è ancora riuscita ad entrare in Libano

Dodici giorni dopo avere annunciato l’invasione del Libano, Israele non è ancora riuscita nemmeno ad attraversare stabilmente il confine. Per giorni è rimasta a poche centinaia di metri dal confine mentre i suoi soldati venivano colpiti da imboscate e attacchi diretti, perdendo non solo uomini ma anche molti mezzi, inclusi i suoi preziosi carri armati.

Sparito l’esercito libanese, Hezbollah ha iniziato a prendere posizione lungo il confine consentendo agli israeliani di avvicinarsi solo alle costruzioni abbandonate, che poi sono risultate minate o sono state attaccate quando i soldati di Tel Aviv si sono avvicinati. Ad oggi, Israele è riuscita ad avanzare di un massimo di 2,5km dal confine ma senza poter stabilirsi oltre la linea di demarcazione del Libano: conduce per lo più incursioni per poi rientrare.

Quello che voleva essere un attacco multi-fronte al libano si sta rivelando un pantano sin dal confine. Israele perde decine di soldati al giorno, tra morti e feriti. Ieri 60, il giorno prima 48 e così via, ed è così costretta a pubblicare vecchi video o condurre delle vere e proprie photo opportunities, come l’installazione della famosa bandiera israeliana a Maroun al-Ras, ripresa da tutti i media occidentali. Si tratta letteralmente di “conquistare” un piccolo parco pubblico ben al di fuori della città e a poche centinaia di metri dal confine.

Intanto, come aveva previsto Sayeed Nasrallah, i carri armati israeliani bruciano al confine in diretta TV

Ad Israele, come sempre, non rimane che farsi scudo con gli altri. Alcuni carri armati israeliani hanno preso posizione dietro le linee dell’UNIFIL dell’ONU per evitare di essere distrutti, con la Resistenza che ha annunciato che non li attaccherà per non mettere in pericolo i soldati del contingente internazionale.

Lo stato israeliano sta collassando e avrebbe bisogno di una guerra veloce da vincere ma la Resistenza sa benissimo che può far crollare l’entità sionista semplicemente mantenendola in guerra per altri mesi.

Da domani le scuole in Israele sono chiuse fino a data da destinarsi a causa dei costi necessari per mantenere in sicurezza gli studenti alla luce dell’incapacità di Tel Aviv di fermare gli attacchi di Gaza e del Libano sulle città israeliane.

Mentre questo post viene scritto, i droni della resistenza volano nei cieli di Tel Aviv dove sono segnalate mancanza di energia elettrica e diversi altri problemi.

La Resistenza, che Netanyahu ed i suoi compari pensavano di schiacciare, è più viva che mai e sta devastando lo stato dell’entità sionista.

Leave a Reply

Your email address will not be published.