Con un messaggio a sorpresa ed una conferenza stampa improvvisata che potete vedere nel video, il presidente bielorusso Lukashenko ha annunciato la creazione di milizie popolari per la difesa territoriale. Lukashenko ha annunciato che “ogni villaggio” in Bielorussia avrà un corpo di base composto da una 50ina di uomini che potranno usare fucili d’assalto e lanciagranate ma non mezzi pesanti come carri armati. Le loro armi saranno conservate in depositi.
“Non temo che questo possa portare all’insorgenza di gruppi di guerriglia [anti-governativa]” ha aggiunto. “Per questa ragione ho invitato Shunevich [presidente della Federazione dei Cacciatori e Pescatori]. Lui gestisce circa 90mila cacciatori e io gli ho chiesto, dai, almeno 5mila [uomini], questi sono grandi tiratori. [Recluta] 5mila [uomini] e tu sarai il loro comandante. Queste persone non cacciano solo cinghiali, 5mila uomini [armati] sono una forza.”
Il video originale 👇🏽
Questa svolta è interessante per più ragioni. Innanzitutto evidentemente contraddice quello che in Occidente si è sempre detto della Bielorussia e cioè che fosse un paese governato con il pugno di ferro dalla cricca del presidente e dai suoi sgherri. Se fosse davvero così Lukashenko non rischierebbe di dare armi pesanti come fucili d’assalto e lanciagranate a decine di migliaia di cittadini che potrebbero poi usarli per vendicarsi dei torti subiti. Ne ha parlato anche lo stesso presidente quando ha affermato che non teme l’insorgenza di gruppi di guerriglia anti-governativa.
La seconda ragione è che sebbene non tema la popolazione armata Lukashenko può invece temere che se la Bielorussia fosse trascinata nel conflitto ucraino l’establishment militare possa invece avere tentazioni golpiste, magari opportunamente sollecitate da promesse da parte dell’Occidente. Un conto sarebbe un colpo di stato nel quale sarebbe sufficiente arrestare qualche generale e qualche ministro, oltre che il presidente, altro sarebbe una operazione che debba poi confrontarsi con la popolazione armata e, potenzialmente, doverla combattere. E se Lukashenko la arma significa che non pensa di avere nulla da temere da quest’ultima. La creazione di una milizia popolare armata composta da centinaia di migliaia di persone (fino a 3 milioni) ha dato ottimi risultati in Venezuela dove i tentativi di corruzione dei militari da parte degli USA non hanno avuto esito. In tutte le guerre che ha combattuto di recente la NATO si è sempre premurata di corrompere una vasta fetta dell’apparato militare per assicurarne la non belligeranza.
Ma il terzo e più importante significato di questa mossa è legato all’evidente aspettativa di Lukashenko che la situazione peggiorerà a breve invece che migliorare. Il presidente bielorusso sa che la NATO sta facendo di tutto per allargare il fronte della guerra ad altri paesi della regione, e che di recente sta inviando nuove armi che consentano all’Ucraina di attaccare il territorio della Russia e quindi anche quello della Bielorussia. Evidentemente Lukashenko si aspetta che la disperazione della NATO, che non potrebbe mai accettare una pace che la veda sconfitta sul campo e dal punto di vista economico, la porti a costringere i paesi della regione, in primis Polonia oltre che l’Ucraina, a tentare di “portare la guerra sul territorio della Russia” e quindi a tentare di effettuare operazioni militari anche in Bielorussia che, tra l’altro, sarebbe proprio il territorio che blocca l’accesso via terra ai porti della Lituania (Klaipeda) che servirebbero per ricevere ed inviare merci e mezzi dato che quelli ucraini sono inservibili.
Senza dubbio un segnale estremamente negativo ma anche la conferma che quello che in Occidente si dice di paesi come Russia e Bielorussia è completamente falso.
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