Nella sua prigione di media sicurezza, ma molto lontano da Mosca, è morto oggi Aleksej Navalny. Presentato come “leader dell’opposizione russa”, Navalny non aveva alcun seguito in Russia. Quando si è presentato alle elezioni non ha racimolato che briciole, senza arrivare nemmeno al 2% dei voti. Pensare che Navalny potesse essere un problema per un candidato come Putin, il cui gradimento interno vola verso l’80%, è solo roba da media occidentali.
Eppure, per quanto irrilevante fosse, c’è del metodo nel fatto che l’Occidente abbia provato a spingere proprio Navalny, accreditandolo di un seguito che non aveva per farsi che lo acquisisse. Così come è interessante la risposta dello stato russo all’ennesimo illustre nessuno che l’Occidente voleva imporre all’attenzione dei cittadini russi. E’ una battaglia molto moderna, quella che si è scatenata attorno a Navalny e la Russia l’ha vinta con una risposta ancora più moderna.
Cercare di presentare questo personaggio come un leader russo accreditato, ora – dopo la sua morte – ha il solo scopo di insinuare il sospetto che sia stato ucciso per questa ragione. La versione ufficiale è che Navalny ha avuto un malore causato da una ischemia, un grumo di sangue che ne avrebbe causato la morte. Nella sua prigione di medio, diciamo medio-bassa sicurezza, è difficile pensare ad altro ma supponiamo pure che magari sia morto per una lite con altro detenuto. Non è importante, in realtà, quando si può tranquillamente che sia stato fatto uccidere dal candidato che ha un seguito dell’80% mentre l’altro, il morto, praticamente non ne ha. Solo uno sciocco potrebbe pensare che a Putin convenisse una cosa del genere.
Nel video di seguito, Navalny appare ieri, 15 Febbraio 2024 (come riportato nel video stesso) sorridente e tranquillo durante una udienza. Scherza e sorride con il giudice, non ha alcun problema. Non stava male, non era stato torturato o altro.
Il presunto oppositore di Putin era in realtà un nazifascista conclamato, espulso più volte dai partiti di estrema destra sia perché era troppo estremista per loro, sia perché diverse volte si è appropriato dei loro soldi, facendoli sparire. In questo video Navalny partecipa ad una marcia delle formazioni di estrema destra tra saluti romani e minacce ai ceceni, i Lesghi che vivino nel Daghestan ed in generale in cui si chiede una caccia non all’immigrato, si badi, ma una caccia contro le popolazioni russe musulmane che vivono in Cecenia e negli stati confinanti, a cui Navalny voleva revocare la cittadinanza russa.
Quando partecipa a questa manifestazione, “l’oppositore di Putin” non è ancora componente di partiti di estrema destra ma dei cosiddetti liberali, i conservatori della destra moderata. Ce ne accorgiamo anche dalle sue parole: “I miei sostenitori sono sorpresi? Non devono esserlo! Io partecipo a questa manifestazione da 4 anni”. Per la sua partecipazione, i conservatori russi lo espelleranno dal partito e Navalny inizierà a militare direttamente nei partiti di estrema destra.
Non si capisce la funzione di questa persona, direttamente foraggiata dall’Occidente anche se – come detto – non rinunciava a imbrogli da piccola bottega sottraendo i soldi ai suoi sodali anche quelli di estrema destra, se non si presta attenzione al tipo di guerra che la NATO vuole fare contro la Russia ed anche la Cina e cioè fomentare divisioni etniche per raggiungere l’obbiettivo della balcanizzazione del paese. Il ruolo di Navalny, quindi, era esattamente questo: non quello di diventare presidente ma quello di scatenare divisioni etniche tra la popolazione multi-etnica che fa parte della Federazione Russa per cercare di arrivare al partizionamento della Russia, obbiettivo principale (e sempre dichiarato) della NATO. L’Occidente non vuole una Russia né una Cina amiche: vogliono spaccare i due paesi (anzi, le due Federazioni) su base etnica in modo che non possano mai diventare un rivale economico prima ancora che politico. La strategia usata contro l’URSS che è riuscita però solo in parte.
E questo Navalny lo ha sempre fatto bene. Nel video di seguito, uno spot pubblicato in cui paragonava i musulmani russi e gli immigrati a scarafaggi ed esortava i suoi sodali a sparare contro di loro per eliminarli.
Non esattamente un soggetto “istituzionale” ma lui non doveva esserlo. Lui doveva essere un elemento di divisione che scatenasse proteste o azioni contro altri cittadini russi e portasse poi ad una divisione su base etnica. In questo sta la modernità della lotta della Russia contro Navalny. Mentre in Occidente l’obbiettivo di scatenare guerre di religione, con una divisione etnica che viene accuratamente evidenziata e persino scatenata (ad es. l’accettazione di rifugiati ucraini perché bianchi e cattolici mentre gli altri vengono osteggiati, imprigionati e persino deportati), il percorso che stanno facendo Russia e Cina è ben diverso ed è un percorso di rafforzamento della coesione delle diverse etnie che fanno parte dei loro paesi una lotta spietata alle divisioni sociali causate da differenze di religione o di etnia.
In sostanza, Russia e Cina stanno rafforzando i loro paesi multi-etnici, aprendosi ad altre etnie ed all’immigrazione, mentre l’Occidente continua a fomentare divisioni sociali ed etniche che servono principalmente agli Stati Uniti per perpetuare il loro dominio economico. Per non incoraggiare le divisioni etniche la Russia si è perfino rifiutata di indigenizzare il russo, una posizione estremamente moderna di cui abbiamo parlato tempo fa. Lo stesso sta facendo la Cina che invita ed ospita migliaia di immigrati africani ed anzi sta attivamente incoraggiando la creazione di nuclei familiari multi-etnici tra cinesi ed africani.
Qui sta il ruolo di Navalny e questo era il compito che gli era stato assegnato dall’Occidente: scatenare, sempre di più, divisioni etniche che alla lunga avrebbero portato al partizionamento della Russia. Per capire quanto sia importante questo obbiettivo, basta ricordare che anche prima del 24 Febbraio 2022 questo era ancora l’obbiettivo principale della NATO, ancor prima di qualsiasi altra considerazione. Ancora oggi, prima della gestione della Cina, l’Alleanza ha questo obbiettivo specifico.
Per quanto possa sembrare strano, invece, Navalny era più scettico sulla sua possibilità di essere qualcos’altro, ad esempio un vero contendente per Putin o per l’attuale establishment russo. Era in carcere per estremismo e per essere stato beccato ad organizzare un vero e proprio golpe con l’MI6 inglese, non perché rappresentava un pericolo elettorale. Nel video che segue, il suo socio in affari e principale collaboratore – Vladimir Ashurkov – parla con l’agente dell’MI6 britannico, James William Thomas Ford che gli illustra il suo piano per una rivoluzione colorata in Russia:
“James Ford: Se avessimo più denaro ovviamente potremmo espandere le nostre possibilità, ovviamente. Un po’ di denaro… se qualcuno volesse spenderlo, non lo so, 10-20 milioni di dollari all’anno, noi potremmo avere un quadro di molto migliore.
E questa non sarebbe una somma di denaro molto grande per persone che hanno in gioco miliardi di dollari. Questo è quindi il messaggio che io sto cercando di far passare nel mio progetto di acquisizione fondi e quando parlo con le persone nel mondo degli affari e così via.
Dobbiamo quindi giocare su diversi tavoli. [Vogliamo] proteste di massa, iniziative civili, propaganda, stabilire contatti con le elite [economiche] e spiegare loro che noi siamo persone ragionevoli e che noi non demoliremo tutto e li priveremo dei loro beni o cose del genere.
Vediamo cosa ne verrà fuori. Questo è quello che farò io.
Ashurkov: beh, queste non sono cose semplici da fare (ride)”
Insomma Navalny era in contatto con l’MI6 che prometteva di potergli fornire 10-20 milioni di dollari all’anno per organizzare proteste di massa, iniziative civiche e per iniziare a corrompere le elite – i famosi oligarchi – russe iniziando la divisione dei beni e assicurando che le loro fortune non sarebbero state toccate dal golpe che si stava organizzando, per portarli dalla loro parte.
Come si vede, però, il suo entourage rimane scettico. Non è convinto di poter passare da estremista guastatore a diligente uomo di stato. Ciononostante, continuerà a dialogare con l’MI6 per organizzare un golpe interno alla Russia e verrà poi arrestato e condannato a 3 anni e mezzo di carcere.
Oggi è morto, forse per cause naturali, forse no, di certo non ucciso da Putin che non aveva bisogno di eliminare qualcuno che non ha nessun seguito in Russia e non aveva motivo di farlo poche settimane prima delle elezioni.
E’ interessante però come, al contrario di ciò che avviene in Occidente, Russia e Cina stiano rispondendo alle spinte alla divisione etnica che arrivano dall’Ovest, rafforzando i loro paesi multi-culturali e multi-etnici e agendo per disinnescare qualsiasi bomba culturale che l’Occidente possa tentare di far detonare. Non a caso, del loro paese multi-culturale e multi-etnico e della necessità di difenderlo, aveva parlato anche Putin nel suo messaggio di Capodanno.
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