A Doha falsi colloqui di pace: hanno tutti paura della rappresaglia iraniana e libanese, la cui risposta è inevitabile

A Doha falsi colloqui di pace: hanno tutti paura della rappresaglia iraniana e libanese, la cui risposta è inevitabile

Confermando che i presunti colloqui per il cessate il fuoco non sono altro che un tentativo per indurre Iran e Hezbollah a non portare avanti la loro rappresaglia, abbiamo assistito oggi ad un giorno surreale.

Mentre i palestinesi uscivano dai colloqui affermando che l’ottimismo diffuso dagli occidentali era totalmente ingiustificato, perché non solo non c’era nessun accordo ma Israele aveva addirittura osato portare al tavolo altre richieste e rifiutava la richiesta base dei palestinesi e cioè la cessazione delle ostilità permanente, i media occidentali diffondevano voci di accordi vicinissimi.

“Non siamo mai stati così vicini ad un accordo” dettava l’Amministrazione USA mentre Israele ripeteva le solite filastrocche.

L’obbiettivo degli occidentali è duplice: da un lato mettere in difficoltà mediatica l’Iran ed Hezbollah accusandoli, in caso di attacco, di avere fatto fallire colloqui di pace già quasi conclusi; dall’altro serve a creare il clima per poter costruire – sempre in caso di attacco – una coalizione internazionale che aiuti Israele ad attaccare l’Iran oltre che il Libano, colpevoli di avere fatto fallire gli accordi di pace.

Sia Iran che Hezbollah hanno già dichiarato che le loro risposte militari ad Israele sono inevitabili e non sono connesse ai colloqui di pace con i palestinesi. Avverranno in ogni caso e tutti ne hanno immensamente paura. Gli scenari che si prefigurano dai movimenti non solo di Teheran ma anche quelli di Mosca e di Pechino sono terribili e parlano di un Iran sostenuto militarmente da Russia e Cina. Non a caso in Israele continuano ad arrivare tonnellate di armi trasferite senza tregua da aerei che ormai arrivano costantemente nel paese mediorientale.

Da almeno due giorni i media occidentali tentano di forzare la mano parlando e scrivendo costantemente di rappresaglia rinviata ma è solo wishful thinking, sempre il tentativo di poter avvalorare poi la tesi che ci fosse un qualche accordo e che Teheran l’abbia violato. Nessun però si fa illusioni che stai funzionando, come dimostrano le consegne di armi continue.

Per far capire il livello di panico in occidente basta ascoltare l’ex-diplomatico iraniano Amir al-Mousavi che ad Al-Mayadeen ha confermato che l’Iran ha ricevuto minacce sull’uso di armi nucleari in caso di attacco ad Israele. Per nulla impressionato, lo stato islamico ha fatto sapere che qualsiasi uso di armi nucleari contro l’Iran riceverà come risposta un attacco “direttamente proporzionale”, alludendo non solo ad una risposta con un potenziale distruttivo elevato ma, forse, anche alludendo ad una possibile risposta nucleare anche da parte di Teheran.

Amir al-Mousavi ha dichiarato di ignorare semplicemente i report che affermano che l’Iran avrebbe accettato di ritardare la propria rappresaglia, smentendo che questo fosse vero.

Ancora più chiaro il messaggio da parte di Hezbollah, che oggi per la prima volta ha diffuso un video di una delle loro città sotterranee. Il messaggio è per Israele: se si scatenerà una guerra totale dopo la risposta della milizia libanese, Hezbollah ha intere città sottoterra, al riparo dalle armi israeliane più potenti, dalle quali può attaccare qualsiasi punto del territorio del suo nemico.

I due messaggi sono arrivati forte e chiaro a Tel Aviv, dove i media hanno rinnovato la loro preoccupazione per la situazione e dove Netanyahu ha licenziato il Ministro della Difesa Gallant, a conferma della situazione precaria nello stato israeliano. Tutto il paese è in subbuglio e gli israeliani continuano a partire ed andare via.

Tutti capiscono che le possibilità che non ci sia una risposta da parte di Iran e Hezbollah sono praticamente nulle e che solo un ritiro da Gaza potrebbe far vacillare la loro posizione. Israele ne è cosciente e, oltre che riempirsi di armi, sta cercando di forzare la mano della NATO dichiarando che si aspetta che i suoi alleati non solo la difendano ma che preparino azioni di attacco contro l’Iran sul modello di quanto fatto contro lo Yemen.

Dal canto suo Teheran ha già usato tutti i canali diplomatici possibili per chiarire la sua posizione: chiunque proteggerà Israele è un obbiettivo militare legittimo. E agli USA il messaggio è stato ancora più chiaro: tutte le sue basi in Medio Oriente verranno attaccate e distrutte in caso di partecipazione attiva ad un attacco contro l’Iran.

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