Le unità di elite di HTS completamente eliminate ad Hama. La NATO ha fretta: dove va?

E’ affascinante come le lezioni della guerra in Ucraina non abbiano insegnato niente. Tre anni di guerra dovrebbero avere insegnato che non si scambia il territorio con le vite dei soldati. Il territorio non si consuma, i soldati si.

Si leggono analisi gioiose di come Hama sia stata conquistata dai militanti di HTS.

L’esercito siriano ha distrutto prima di Hama le unità di elite dei tagliagole turchi, i famigerati “Red Band”, eliminati al 70%. Erano per distacco i militanti più esperti e meglio equipaggiati tra tutti i militanti siriani. HTS ha inviato ancora più uomini, togliendoli da Aleppo, per superare di molto in numero l’esercito siriano nell’area.

Per evitare che le milizie attaccassero i civili nella città l’esercito ne è uscito, riposizionandosi all’esterno e attaccando i militanti che entravano e spesso accerchiandoli dall’esterno della città ed infliggendo altre perdite. Una guerriglia urbana era assolutamente da evitare.

L’esercito siriano, che stava tenendo bene i militanti, ad un certo punto ha deciso di uscire dalla città. Alcune divisioni come la 25esima e la 4ta, tra le divisioni più di élite dell’esercito siriano, hanno deciso di uscire dalla città con pochissime vittime. La 5ta divisione, una delle più importanti, è scomparsa dal fronte. Parliamo di migliaia di uomini che ad un certo punto sono scomparsi dal fronte, con pochissime o nessuna vittima e senza alcuna defezione, lasciando la difesa principale ai cittadini di Hama, poliziotti e qualche elemento dell’intelligence militare in jeans.

HTS, pur essendo entrata nella IV città della Siria ha deciso di non fermarsi e si affretta a dirigersi verso Homs. Perché non consolida i suoi successi ad Hama? Perché sta proseguendo verso Homs ancora più difesa di Hama dove hanno perso le loro unità migliori? La NATO ha fretta ma dove va?

Come successo agli ucraini la NATO sta lanciando i jihadisti turchi all’attacco alla disperata, lanciando dentro qualsiasi cosa abbia. Come si è detto in precedenza, questo attacco non doveva avvenire ora ed è figlio della sconfitta israeliana in Libano. E’ stato affrettato e non era inaspettato se è vero che l’ayatollah Kamenhei aveva avvertito Assad via lettera 14 giorni prima del suo inizio. Le catene di logistica dei tagliagole si allungano, i militanti continuano a morire come mosche, la NATO continua ad inviare rinforzi a migliaia.

Lo stesso Assad sembra più impegnato a tessere rapporti diplomatici che preoccupato della situazione sul terreno. Domani il Ministro degli Esteri Bassam Sabbagh sarà in Iraq in cui si svolgerà un trilaterale tra Iraq, Siria e Iran, poi volerà in Egitto il giorno dopo per una riunione straordinaria della Lega Araba.

Intanto il governo siriano e quello russo hanno confermato l’arrivo nelle basi russe del paese di “armi sofisticate” che presto saranno distribuite all’esercito siriano.

Il governo iracheno ha dato mandato ufficialmente di poter intervenire nella crisi siriana a fianco del governo siriano, lo stesso Iran ha confermato che – se lo chiesse – la Siria riceverebbe anche aiuti militari composti da uomini e mezzi ma sia gli iraniani che le Unità Popolari di Mobilitazione (PMU) rimangono in attesa.

Tenete gli occhi sulle canaglie israeliane, che presto faranno l’ultimo errore della loro breve ed inutile storia. Stanno scaldando i motori, sono ansiose di andare a cercarsi altri guai e li troveranno.

La Siria è più che consapevole che, come ha dichiarato di recente il presidente Bashar al-Assad, “ogni singolo proiettile sparato oggi non difende solo la Siria ma sta cambiando l’ordine delle cose del Mondo”. La guerra in Siria è più ampia della sola Siria ed il paese ne è consapevole.

E’ il turno della Siria di partecipare allo smantellamento dell’Occidente come hanno fatto i suoi fratelli palestinesi e libanesi.

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