Morti e feriti, rivolte tra i militari, tra i cittadini, tra le istituzioni locali: Israele va verso una tregua senza alcun risultato

Morti e feriti, rivolte tra i militari, tra i cittadini, tra le istituzioni locali: Israele va verso una tregua senza alcun risultato

Dopo settimane in cui ha chiesto costantemente un accordo ed una tregua, e quasi due mesi dopo la fallita invasione del Libano – annunciata, poi non riuscita, poi smentita, poi riconfermata – Israele dovrebbe essere riuscita ad ottenere la tregua che di cui tanto ha bisogno. Il prezzo della fallita invasione del Libano è altissimo, soprattutto a livello mediatico. Tel Aviv aveva annunciato l’invasione del Paese dei Cedri con obbiettivi chiarissimi e dichiarati: disarmare Hezbollah e riportare nelle loro case gli abitanti del Nord del paese. In maniera disastrosa si appresta a chiedere un accordo senza avere minimamente raggiunto nessuno di questi obbiettivi. Un disastro.

Solo ieri il video messaggio del sindaco di Nahariya, città appena bombardata da Hezbollah (video di seguito)

“La città è stata svenduta dal Governo ai criminali ed ai traditori, abbandonata alla mercé di Hezbollah per la sicurezza di Tel Aviv. Netanyahu è stato una catastrofe per lo stato di Israele: non è nient’altro che un criminale di guerra che incita la guerra civile.”

L’obbiettivo dichiarato di Netanyahu era attaccare il Libano per spingere via Hezbollah e riportare nelle loro case cittadini del Nord: obbiettivo fallito in modo spettacolare mentre Tel Aviv viene bombardata oggi anche 5 volte in un giorno solo e quasi la metà della popolazione israeliana vive spostandosi costantemente nei bunker.

Dopo 50 giorni di guerra al confine del Libano Israele non riesce nemmeno ad avanzare, 70 carri armati sono già stati distrutti e i morti e i feriti sono migliaia e Tel Aviv non è riuscita ad occupare nemmeno un villaggio libanese. Di ieri la notizia che Yoav Yarom, il capo della prestigiosa unità d’élite dell’esercito israeliano, la Brigata Golani, ha rassegnato le dimissioni dall’Esercito dopo essere stato ferito gravemente in Libano.

Significativi i video che arrivano da Khiam, dove i soldati israeliani hanno subito una vera carneficina e che, nonostante la bombardino da settimane (sono ormai più di 100 gli attacchi dell’Aviazione) e nonostante sia solo a 5km dal confine, non è ancora in mano ad Israele come dimostra il video della resistenza che gira per le vie della cittadina senza incontrare nessuno dell’esercito di Tel Aviv (video di seguito):

Khiam doveva essere conquistata entro 10 giorni dall’inizio delle operazioni. Cinquanta giorni dopo, invece, rimane libera.

La tregua che Israele ha appena approvato è quindi un disastro e non prevede il disarmo di Hezbollah, non prevede alcuna restrizione alle attività economiche della milizia libanese, il Libano non autorizza Israele ad attaccare Hezbollah qualora violi la tregua.

Ci sono tante ragioni per cui Israele è stata costretta ad accettare questa umiliazione paragonabile alla sconfitta del 2006, ragioni economiche, la mancanza di armi in quantità sufficienti, la mancanza di uomini per combattere considerato che le riserve si stanno rifiutando, sempre di più, di andare al fronte. Ce n’è però una ancora più importante: Israele, come ha sempre fatto, spera di usare questo accordo per bloccare la risposta iraniana al suo attacco di un mese fa.

Come successo in passato, proprio prima della prima risposta iraniana, Netanyahu spera che questo accordo venga usato per fare pressione sull’Iran perché non attacchi Israele con la scusa di non minare un equilibrio appena ritrovato, non a caso l’accordo arriva a poche ore dalle notizie su movimenti iraniani. Ma il calcolo del criminale di guerra è sbagliato: Teheran non sospenderà la sua risposta e darà il colpo finale sicuramente al governo israeliano e non è escluso che lo dia anche allo stato canaglia.

Non a caso nell’annunciare l’accordo, Netanyahu ha cercato di addolcire la pillola affermando che la tregua, che durerà 60 giorni, consentirà ad Israele di “concentrarsi sull’Iran”. Il premier israeliano ha anche esplicitamente ammesso che Israele ha ormai un problema di approvvigionamento di armi non perché non gliele vogliano consegnare ma semplicemente perché le sta usando come caramelle e non ne tira fuori niente. “Rinnovamento degli armamenti” lo ha chiamato Netanyahu nel suo messaggio. Del resto la popolazione israeliana ne ha ormai abbastanza: un sondaggio di pochi minuti fa conferma che il 61% degli israeliani è favorevole ad una tregua con il Libano mentre il 66% è favorevole a concludere la guerra a Gaza immediatamente con uno scambio di prigionieri.

Intanto esplosioni sono riportate ad Haifa e Tel Aviv mentre Israele cerca di radere al suolo più strutture civili possibili a Beirut.

Dopo il 2006, un’altra umiliazione per lo stato canaglia in Libano ed un colpo quasi mortale alla sua stessa esistenza. Tocca adesso a Teheran e Damasco chiudere la pratica.

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