Prima la notizia che al gruppo degli israeliani che sono andati ad Amsterdam si sono uniti agenti del Mossad, riportata dai media israeliani stessi. Poi la censura sia del pomeriggio di violenza da parte degli israeliani sia per le strada che nello stadio, nel quale si sono sentiti cori contro i palestinesi che altro non possono essere che incitamento all’odio e nel quale è stato interrotto il minuto di silenzio per le vittime di Valencia, Spagna, un paese che – almeno a parole – ha preso una posizione chiara sul genocidio compiuto dallo stato canaglia.
Era chiaro da subito che la notte di Amsterdam era stata organizzata nei minimi dettagli per generare uno scontro ed usare questa situazione per la propaganda di Israele e, forse, non solo di Tel Aviv.
La prova di come tutto fosse organizzato, paradossalmente, la dà il video di un 14enne olandese aspirante giornalista che, con il suo video probabilmente per i social, ha registrato tutto quello che serve per confermare non solo che gli israeliani – molti di loro parte dell’esercito e del Mossad – avevano organizzato tutto ma anche che hanno ottenuto la complicità dell’Olanda per generare uno scandalo mediatico.
Nel video l’aspirante giornalista 14enne dice chiaramente che la gang israeliana si è avvicinata a lui minacciosa intimandogli di spegnete telecamere e microfoni “per la sua sicurezza”. Gli israeliani erano infatti già armati di tubi di ferro ed altri oggetti, pronti per lo scontro dopo che nel pomeriggio erano andati in giro per la città minacciando e picchiando persone che sembravano arabe, strappando le bandiere della Palestina e, come hanno confermato anche dalla BBC, andandosene in giro cercando uno scontro.
In una sequenza si sente un israeliano che ordina al ragazzo di spegnere la telecamera:
Israeliano: “Spegni la telecamera”
Cameraman: “Noi siamo giornalisti”
Israeliano: “Spegnila!”
Cameraman: “No”
Israeliano: “Perché no?”
Cameraman: “Siamo giornalisti”
Israeliano: “Allora la spegni? E’ per te… per la tua sicurezza”
I due ragazzi si allontanano e continuano a registrare ma notano una cosa importante:
“Inoltre, qui non nessuno della polizia per proteggere le persone. Non c’è nessuno. Non c’è proprio nessuno, solo un autobus. Dove sono i cavalli [la polizia a cavallo]? C’erano dozzine di cavalli nell’arena [lo stadio]. Non c’è nessuno. Solo un autobus.
Questa situazione è fuori controllo.
Sembra che si stiano riscaldandosi di nuovo. Corrono molto velocemente per 30 secondi e poi si riposano per 2-3 minuti. C’è più polizia adesso. Siamo proprio dietro di loro. Li stanno circondando e quindi non possiamo risalire la folla ma proveremo a farlo lo stesso.”
Quindi per ore la polizia olandese, che evidentemente era d’accordo, ha lasciato gli israeliani liberi di fare ciò che volevano, senza curarsene nonostante fossero state segnalate aggressioni, pestaggi e in generale una caccia all’arabo per le strade di Amsterdam. Lo stesso video poco prima aveva mostrato gli israeliani armati e per questo non gradivano essere registrati.
In un video più esteso il ragazzo mostra gli israeliani armarsi con tutto quello che riescono a trovare:
“Guardate!
Ora stanno rubando assi di legno e stanno andando in giro con spranghe di legno. In pratica stanno girando armati. Ci sono tre tram uno dietro l’altro, forse per fare una specie di muro.
Oh, stanno arrivando da entrambi i lati e ora inizia lo scontro. Sono divisi in due gruppi. Uno è uscito dal vicolo e l’altro li ha affrontati, ha tirato bastoni ed ora sta lanciando fuori d’artificio. Era molto intenso, sicuramente non è finita qui. Durerà un po’.
Mi hanno anche chiesto di smettere di filmare.”
E qui inizia la parte mostrata in precedenza.
Quindi con la complicità del governo olandese, questa azione condotta anche da elementi dell’esercito israeliano e del Mossad doveva provocare la reazione delle popolazione, specie di quella di origine araba. La polizia è stata ritirata per ore per consentire agli israeliani di fare ciò che volevano, poi la polizia olandese li ha presi in consegna per portarli allo stadio dove gli israeliani sono stati liberi di fare e dire cose che a nessuno sarebbe stato consentito di fare e dire, in attesa che le sue vittime si organizzassero per l’uscita del match.
L’operazione era pensata come uno spot propagandistico per generare simpatia verso Israele ma, forse, anche per consentire a molti governi europei – appellandosi ad un presunto pogrom che come si vede non c’è mai stato – di usare questa scusa per restringere ulteriormente le libertà di espressione delle persone. Non sfugge infatti che il giorno dopo il ministro tedesco Habeck abbia preso la palla al balzo per chiedere una ulteriore regolamentazione dei social network ed in particolare X e TikTok, quelli che meno si allineano alla propaganda occidentale.
Siamo arrivati a questo, alle operazioni propagandistiche per aiutare la nave di Israele che affonda. Particolare anche questa operazione non sia riuscita a livello mediatico, smentita ancora una volta da immagini e testimonianze che in pochissime ore hanno invaso la Rete e che non hanno consentito alla bufala di prendere piede. Quando è arrivata sui media mainstream tutta la dinamica era già stata smentita ma questo, ovviamente, non ha fermato i funzionari dei diversi governi dal commentare notizie già smentite e far intendere che questo episodio sarà utilizzato.
Leave a Reply