Qualche tempo fa il segretario della NATO Stoltenberg aveva dichiarato, nell’indifferenza generale in Occidente, che la guerra nucleare era una prospettiva meno terribile che la sconfitta in Ucraina. L’Occidente ha deciso di ignorare quelle parole nonostante a proferirle fosse il Segretario della NATO durante una guerra in corso e perché fino ad oggi l’imperativo era minimizzare.
Ma Stoltenberg, come sanno bene i russi, non scherzava affatto né esagerava. La guerra in Ucraina è persa e la NATO non riesce ad entrare in guerra perché non riesce a convincere i propri cittadini sulla necessità di combatterla fino alle estreme conseguenze. Uno ad uno, tutti i governi europei stanno annunciando o stanno facendo capire di essere prossimi a reintrodurre la leva militare obbligatoria per trovare soldati da schierare in una guerra contro la Russia, perché altrimenti le loro forze sarebbero ridotte a poche decine di migliaia di uomini contro oltre un milione e più di russi che già si trovano sul territorio ucraino. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attuale premier britannico Sunak che ha annunciato che in caso di vittoria nelle elezioni di Luglio, ripristinerà la leva obbligatoria per i 18enni.
Più la prospettiva della guerra si avvicina, più i professionisti europei della guerra se ne tengono alla larga, specie dopo il grande fiasco dei mercenari occidentali in Ucraina, decimati dai russi e molti dei quali tornavano a casa dopo pochi giorni. Tutti gli eserciti europei si trovano davanti dimissioni e abbandoni da parte di masse di soldati professionisti e sanno di non essere pronti a fronteggiare i russi.
La propaganda occidentale non funziona e non sta generando masse di giovani europei volenterosi di arruolarsi per combattere i moscoviti. Nessuno crede alle veline dei governi NATO, né che sta vincendo né tantomeno che le meravigliose armi occidentali stiano infliggendo ai russi gravi perdite avvicinando alla vittoria. E’ insomma un disastro. La guerra in Ucraina è praticamente persa e la NATO non riesce ad entrare in guerra per salvare il salvabile.
All’Alleanza serve quindi una scusa che le possa dare l’occasione per entrare direttamente in Ucraina e almeno provare a fermare l’avanzata russa verso l’Europa dell’Ovest e questa scusa è certamente quella di un attacco nucleare strategico da parte della Russia, l’unico modo per cercare di cooptare i suoi cittadini nel supportare una guerra diretta contro Mosca.
E’ ormai chiaro che la NATO stia cercando di provocare Mosca, lo è soprattutto a causa degli attacchi delle ultime settimane, completamente avulsi da qualsiasi significato per il conflitto in Ucraina. Per la seconda volta in pochi giorni la NATO ha infatti attaccato uno dei radar russi di rilevamento anticipato (early-warning) di missili balistici ed aerei da guerra capaci di portare attacchi nucleari, i Voronezh-M.
Droni kamikaze ucraini hanno volato per circa 1.500km, o forse sono stati lanciati da più vicino persino dall’interno della Russia, per raggiungere i due obbiettivi, danneggiandoli. L’ultimo nella regione di Orenburg due giorni fa, il primo ad Armavir. Questi radar non hanno alcun ruolo nella guerra in Ucraina e questi attacchi non hanno portano alcun vantaggio a Kiev. C’è però un dettaglio: questi radar sono parte integrante del sistema di difesa nucleare russo e, secondo la dottrina militare russa, ad un attacco contro queste installazioni Mosca può rispondere con un attacco con armi nucleari tattiche. Questo perché cercare di distruggere i sistemi di rilevamento anticipato di missili e aerei capaci di trasportare armi nucleari è esattamente quello che qualsiasi potenza ostile farebbe prima di sferrare un attacco nucleare contro la Russia. Nel caso peggiore Mosca potrebbe non capire se l’attacco ai suoi sistemi di rilevamento di missili balistici sia una provocazione o un vero attacco nucleare da parte di una potenza straniera e decidere di rispondere come da sua politica nucleare.
La NATO sta quindi cercando di attivare la dottrina militare nucleare russa per provocare un attacco nucleare tattico sull’Ucraina, cosa che le darebbe la possibilità di gridare all’uso di armi nucleari ed entrare in guerra, persino attaccando – sempre con armi nucleari – la Russia stessa. Soprattutto, davanti ad un conflitto nucleare iniziato dai russi, cercherebbe di cooptare sia i riluttanti alleati che sempre più si stanno smarcando (l’ultima è l’Italia) sia i cittadini europei mettendo davanti ai loro occhi la colpa di un attacco nucleare immotivato.
Che la strategia sia questa è confermato anche dalle dichiarazioni successive che tendono a creare un caso mediatico e politico. Subito dopo avere effettuato un attacco classificato con una possibile risposta nucleare, Washington si è affrettata a far dichiarare ai suoi alleati, ed in particolare al Ministro degli Esteri polacco, che “gli americani hanno avvertito i russi che l’uso di armi nucleari [in Ucraina] porterebbe gli Stati Uniti a distruggere tutte le posizioni russe in Ucraina all’istante”. Un chiarimento che dopo la provocazione che è decisamente molto esplicito su quale sia la strategia della NATO. Tra l’altro “distruggere tutte le posizioni russe in Ucraina all’istante” significherebbe una risposta nucleare della NATO.
La strategia quindi è chiara e arriva qualche giorno dopo l’ennesimo test fatto dagli occidentali sulle intenzioni dei russi. Qualche giorno fa, per l’ennesima volta, la NATO ha provato a chiedere ai russi di fermarsi alle posizioni attuali facendo pubblicare ai suoi media la notizia falsa che Putin sarebbe pronto ad accettare la conclusione della guerra in Ucraina sulla base delle posizioni attuali. L’affermazione è stata subito smentita dai russi ed era un’altra offerta della NATO: chiudiamola così, voi vi tenete quello che avete, noi quello che rimane. Mosca ha rifiutato seccamente, confermando che l’opzione di un accordo a questo punto è impossibile.
Subito dopo il rifiuto la NATO è andata avanti ed ha lanciato l’ennesima provocazione che le consentirebbe di rispondere con armi nucleari all’avanzata russa, a questo punto l’unica cosa che potrebbe arrestarla, limitando l’impatto all’Ucraina e rendendo di fatto inservibili i territori liberati dai russi.
Nessuna arma NATO a questo punto avrebbe alcun impatto sulla guerra, se non quello di consentire ai russi di attaccare i paesi dell’Alleanza. Solo un limitato confronto nucleare potrebbe fermare l’avanzata dei russi senza coinvolgere un esercito NATO che non esiste e che non ha i numeri per fronteggiare oltre un milione di russi ben equipaggiati e ben addestrati. La NATO ormai sa che non vincerebbe mai una guerra convenzionale e l’unico modo per fermare Mosca sarebbe quello di spostare il confronto sul terreno nucleare per poi chiuderlo in fretta e furia, considerando che quel confronto non può essere vinto da nessuno dei due contendenti.
E l’Alleanza deve farlo prima che i cittadini europei, come hanno già iniziato a fare, mandino a casa i governi pro-guerra per sostituirli con governi contrari, un problema che sta assestando colpi durissimi alla compattezza della NATO che già non agirebbe compatta in caso di confronto contro i russi.
Non c’è più tempo da perdere e le armi nucleari sono l’unica possibilità rimasta alla NATO.
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