La NATO ha ormai deciso che la Polonia e gli stati baltici dovranno sostituire l’Ucraina che ormai non ha più la possibilità di combattere contro i russi. Siamo alle ultime settimane, forse giorni, del regime nazifascista ucraino e nessuno si fa illusioni che la cosa possa finire a Kiev. La Bielorussia verrà presto trascinata in guerra in modo attivo e Lukashenko sta preparando sia le forze armate che il contesto normativo.
Il primo atto che conferma che il presidente bielorusso sappia ormai che la guerra è inevitabile è un atto amministrativo che riduce i suoi poteri. Lukashenko ha infatti chiesto di approvare una modifica costituzionale che cede alcuni poteri speciali all’Assemblea Popolare bielorussa. O, meglio, consente a quest’ultima di assumere dei poteri speciali scavalcando il presidente qualora lo ritenga necessario.
Con queste modifiche l’Assemblea Popolare bielorussa non deve più “approvare” la “dottrina militare” ma ha “il diritto di indire lo Stato di Emergenza e la Legge Marziale […] in caso di mancata azione da parte del Presidente della Repubblica”.
Inoltre il Presidente della Repubblica può ora “proporre” ma l’Assemblea Popolare “decide”. In particolare su argomenti come l’invio di “personale militare, organizzazioni paramilitari ed altro personale fuori dal territorio della Repubblica di Bielorussia per partecipare ad operazioni volte ad assicurare la sicurezza collettiva ed attività per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.
In sostanza Lukashenko ha ceduto i poteri speciali per dichiarare la legge marziale, dichiarare guerra o partecipare ad azioni di guerra fuori dalla Bielorussia e definire la dottrina militare e la sicurezza interna. In particolare questa nuova formulazione consente all’Assemblea Popolare di scavalcare lo stesso Lukashenko ed operare senza il suo consenso.
E’ chiaro che la Bielorussia si prepara non solo ad essere attaccata ma anche ad attaccare i suoi aggressori ed in particolare a partecipare alla guerra contro la NATO. In questo senso Lukashenko oggi non poteva essere più chiaro:
“Il trasferimento dei territori occidentali dell’Ucraina è inaccettabile. Se questi territori chiederanno il nostro aiuto [per respingere i polacchi], noi li aiuteremo.” ha dichiarato Lukashenko durante l’incontro odierno con Putin. Il presidente bielorusso quindi ha preannunciato l’intervento militare della Bielorussia contro la NATO e la Polonia qualora tenti di entrare nella parte Ovest dell’Ucraina, una eventualità che si fa sempre più vicina.
Ma Lukashenko ha anche preannunciato che sarà la Compagnia Militare Privata Wagner a gestire lo scontro della Bielorussia contro la Polonia, in un siparietto improbabile che intende mandare però un messaggio preciso a Varsavia.
“Hanno iniziato a stressarci [la Wagner]. I wagneriani ci stanno chiedendo di andare nella zona Ovest, ci chiedono di lasciarli andare. Io chiedo: che cosa volete fare nella parte Ovest? Noi li controlliamo [i wagneriani] in modo calmo. Ma quello che succede è… loro dicono andiamo in escursione a Varsavia e Rzeszow e Rzeszow è un must per loro. Quando hanno combattuto a Bakhmut sapevano perfettamente da dove arrivava tutto il materiale bellico e si ricordano benissimo che Rzeszow è un disatro.
Io li mantengo nel centro della Bielorussia, come concordato. Non voglio che si spostino lì perché hanno un cattivo umore e devo dire che sanno perfettamente cosa stia succedendo attorno allo Stato Unitario [l’unione di Russia e Bielorussia]. Quindi faremo tutto il possibile per impedirlo e io ti chiedo di verificare anche dalla tua parte il problema del nostro supporto all’Ucraina occidentale.”
Nel frattempo Putin ridacchia sotto i baffi. La commedia del golpe di Prigozhin è ancora in pieno svolgimento.
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