C’è il Fondo Monetario Internazionale dietro l’arresto di Imran Khan tentato dai golpisti militari in Pakistan. L’arresto dell’ex-primo ministro pakistano è infatti una delle condizioni che l’FMI ha posto per l’ottenimento da parte di Islamabad, in gravissima crisi economica, di un prestito da 6,5 miliardi di dollari. Khan doveva essere “messo in sicurezza” e non lasciato libero di poter in qualche modo riprendersi la presidenza.
I militari hanno cosi arrestato Khan ma le proteste scatenate dai suoi supporter e dal suo partito, il PTI, sono andate subito fuori controllo e oltre quello che si attendeva la junta al potere che avrebbe ordinato ad un certo punto – in via non ufficiale – ai soldati sul campo di iniziare a sparare sulla folla per controllarla. Alcuni militari hanno obbedito, ed infatti si sono registrati molti morti, ma la maggior parte dei militari sul campo si sarebbe rifiutata di obbedire e di sparare contro i propri concittadini, decretando così il fallimento del golpe. Poche ore dopo la Corte Suprema, anche per calmare la popolazione, ha decretato che l’arresto di Khan era illegale e ne ha ordinato la scarcerazione.
Nel precedente video, il momento della scarcerazione di Khan, evento che però non ha fermato le proteste che continuano anche adesso, con la popolazione che chiede a Khan di vendicare i morti uccisi dai militari.
Non è una sorpresa che alla testa di moltissime manifestazioni ed eventi ci siano le donne pakistane. Una donna è stata la prima a rompere i cancelli del Quartier Generale dell’Esercito pakistano e sempre una donna è stata la prima a violare i cancelli della sed del Comandante dei Corpi d’Armata pakistani.
Nel video che segue, a Lahore sempre una donna lancia la carica di diverse decine di persone contro i soldati pakistani. Le donne pakistane sono al centro della ribellione contro il colpo di stato della junta militare voluta dall’Occidente.
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