L’ex-analista della CIA James Rickards qualche giorno fa aveva dichiarato che la miopia e la tracotanza degli occidentali, specie del presidente USA Biden, avevano rapidamente trasformato la guerra in Ucraina in una crisi esistenziale per la NATO, qualcosa che non sarebbe mai dovuto succedere. Kiev, secondo Rickards, non è mai stata vitale per Washington mentre è una minaccia esistenziale per la Russia che quindi non vi rinuncerà mai, andando fino in fondo qualsiasi sia il prezzo. La NATO ha invece trasformato il conflitto in un problema esistenziale anche per l’Alleanza, che se adesso non lo vincesse militarmente ne uscirebbe a pezzi, sostanzialmente sarebbe spazzata via e si scioglierebbe come, a suo tempo, aveva anche previsto l’ex-generale Wesley Clark. “Biden”, è la previsione di Rickards, “ora potrebbe essere costretto dalla disperazione ad inviare soldati USA nell’Ucraina occidentale”.
A chiarire definitivamente la posizione della NATO è arrivata la dichiarazione di guerra esplicita dell’Alleanza per bocca del suo presidente, Stoltenberg:
“[E’] così preoccupante che il nostro aiuto all’Ucraina rischia di causare una escalation. Permettetemi di essere chiaro: non ci sono opzioni senza rischi e il rischio maggiore di tutti è che Putin vinca”.
La NATO quindi considera meno rischiosa l’escalation con la Russia, cioè la guerra con la Russia (una guerra potenzialmente nucleare) che la sconfitta in Ucraina e farà quindi di tutto per vincere incluso avviare un confronto diretto contro Mosca. Dato che, come ci spiega Rickards, per la Russia questa è una minaccia esistenziale e non può quindi tirarsi indietro, questo significa che la NATO ha ufficialmente dichiarato guerra alla Russia.
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