L’incredibile inganno globale sul covid19 ed il ruolo di Israele – parte 2

L’incredibile inganno globale sul covid19 ed il ruolo di Israele – parte 2

(la prima parte di questa serie è disponibile qui)

Il 19 Dicembre 2020 il Primo Ministro israeliano Netanyahu annuncia l’avvio della campagna di somministrazione del farmaco di Pfizer, il cosiddetto (ed impropriamente definito) “vaccino” per il covid19. Israele è stato il primo paese ad iniziare le somministrazioni del farmaco grazie ad un accordo speciale con Pfizer che le aveva garantito le dosi necessarie per completare la prima somministrazione con due dosi. Al tempo si disse che Israele aveva strapagato le dosi fino ad arrivare a 60 dollari a dose per assicurarsi la priorità, quando il costo in Europa era stato fissato attorno ai 19 euro a dose e negli USA si poteva arrivare a 35. Pfizer ritardò le consegne ad altri paesi per onorare l’accordo con Israele e poter vendere le dosi ad un prezzo che era 2 o 3 volte superiore a quello degli altri paesi.

Mentre nel mondo si diffondevano informazioni sui successi di Israele e di come i numeri ed i dati di Israele confermassero le previsioni degli improvvisati esperti, con un fiume di pezzi e servizi TV diffusi quasi 24 ore su 24, le cose non vanno subito bene nel paese mediorientale. Il 10 Gennaio 2021, nemmeno un mese dopo l’inizio delle somministrazioni, si diffonde la notizia che uno dei primi a ricevere il farmaco è stato vittima di un infarto ed è stato salvato per miracolo.

La notizia dell’infarto dopo la somministrazione del farmaco.

“Un 23enne è stato colpito da infarto il giorno dopo essere stato vaccinato. Non è chiaro se ci sia una connessione con il vaccino. La persona vaccinata ha iniziato a sentire la gola secca e nausea un giorno dopo [la vaccinazione]. Dopo due giorni durante i quali si sentiva estremamente stanco, è stato visitato in ospedale nel quale gli è stato diagnosticato un infarto. Il prof. Dror Mbaruch, direttore del reparto degli Affari Interni del[l’ospedale] Hassadah Ein Kerem: ‘Potrebbe avere una connessione con il vaccino. Non lo sappiamo'”.

La notizia è stata pubblicata il 10 Gennaio ma si riferisce ad un evento di circa due settimane prima quindi pochissimi giorni dopo le prime somministrazione del farmaco Pfizer sono iniziati gli infarti e le miocarditi, una connessione chiarissima che è stata subito ipotizzata, come si legge nella notizia, anche dai medici israeliani.

Le cose diventano ancora più chiare solo poche settimane dopo. Mentre in tutto il mondo si diffondono studi farlocchi, e vedremo perché, sui successi della campagna di vaccinazione israeliana i medici di Tel Aviv iniziano subito a capire che qualcosa non stia andando come si deve. Il 28 Febbraio 2021, a circa due soli mesi dall’inizio delle somministrazioni, le connessioni con infarti, miocarditi e moltissimi scompensi legati a problemi cardiocircolatori è già evidentissima tanto che il Ministero della Salute scrive all’EMA europea, l’ente regolatore della UE:

La mail inviata dal Ministero israeliano all’EMA

Il testo è chiarissimo:

“Oggetto: Informazioni relative ai casi di miocardite a causa della somministrazione del vaccino covid19 di Pfizer.

Cari tutti,

spero che stiate tutti bene in questi momenti difficili.

Stiamo investigando su segnali di possibili miocarditi / peri-miocarditi nella popolazione giovane (16-30 anni) dopo la somministrazione del vaccino Pfizer.

Fino ad adesso abbiamo ricevuto segnalazioni di circa 40 casi relativi a questo effetto collaterale nell’immediatezza della somministrazione del farmaco.

[…]

Saremmo interessati a scambiare con voi informazioni su questo argomento”.

Il testo è cristallino. I medici israeliani iniziano ad avere più di un sospetto che il farmaco di Pfizer causi miocarditi o peri-miocarditi nella popolazione più giovane. Ci sono già molti casi ed è solo il 28 Febbraio 2021, circa due mesi dopo l’inizio delle somministrazioni. I medici di Tel Aviv si sono ormai convinti che ci sia una connessione e chiedono aiuto all’EMA. Ufficialmente, però, nessuno ammette niente.

Si scoprirà più avanti che la gigantesca truffa del covid19 passa da Israele perché il paese NON ha un sistema di rilevamento strutturato delle segnalazioni degli effetti collaterali. Per quanto fosse incredibile e nonostante le somministrazioni di un farmaco sperimentale autorizzato solo per motivi emergenziali, Israele non ha predisposto un sistema di vigilanza e acquisizione delle segnalazioni che possa generare i cosiddetti “segnali”, cioè l’aggregazione e la correlazione degli eventi che porti ad evidenziare possibili collegamenti tra il farmaco di Pfizer e gli effetti collaterali. E’ proprio l’esistenza di questi segnali che il Ministero della Sanità israeliano chiede ai colleghi dell’EMA perché Tel Aviv, non avendo un sistema simile ad esempio al VAERS USA, non è in grado di rilevarli ma sospetta già un chiaro collegamento.

Mentre tutto il mondo usa Israele per propagandare i successi della campagna di vaccinazione e la sua sicurezza, con persino la FDA statunitense che autorizza l’estensione dell’uso dei farmaci covid19 basandosi sugli studi condotti in Israele, il paese in realtà non ha un sistema di monitoraggio attivo in grado di rilevare possibili problemi di sicurezza. Non potrebbe quindi rilevare nessun problema di sicurezza perché non ha modo di collegare i dati. Eppure, tutti usano Israele come modello e come prova.

Non sappiamo cosa abbia risposto EMA ma sappiamo che circa a metà Marzo, dopo nemmeno 3 mesi dall’inizio delle somministrazioni, il pubblico israeliano inizia a non vaccinarsi più tanto che i picchi raggiunti in quella fase non verranno mai più raggiunti in nessun altro momento. Gli israeliani hanno già fatto il collegamento e hanno già capito che quei farmaci non sono sicuri: troppi infarti tra i giovani, miocarditi, problemi cardiocircolatori e cardiovascolari. I medici israeliani negano qualsiasi collegamento pur sospettando che non sia così ed inizio Aprile 2021 sono costretti a rispondere ai sospetti del pubblico. Affermeranno che c’è effettivamente un incremento di episodi gravi di tipo cardiocircolatorio, fino ad allora sempre negato, ma che infarti ed altri problemi sono legati allo stress ed alla scarsa attività fisica causata dai lockdown.

Pazzesco. Da subito sanno che c’è un collegamento con gli infarti che sono iniziati – come abbiamo visto – solo pochi giorni dopo l’inizio delle somministrazioni e a fine Febbraio chiedono anche lumi ai colleghi dell’EMA perché ormai hanno capito il collegamento diretto con il vaccino Pfizer, eppure pubblicamente negano tutto, invitando il pubblico a continuare le somministrazioni. Somministrazioni che gli israeliani inizieranno a disertare nonostante le misure illiberali approvate dal loro governo.

E’ una truffa criminale che progressivamente porterà gli israeliani a rifiutare sempre di più la somministrazione del farmaco tanto che oggi il governo di Tel Aviv considera “vaccinati” meno del 3% della popolazione totale. Nel frattempo, tutti usano Israele come modello ed i suoi dati, completamente falsati come avevano iniziano a denunciare gli stessi medici israeliani, come conferma della sicurezza e dell’efficacia dei farmaci.

Non si può che usare la parola truffa. Una truffa criminale.

Leave a Reply

Your email address will not be published.