L’Unione Europea sembra aver riscoperto il Socialismo, cosa paradossale dopo averlo combattuto attivamente per 70 anni. Da qualche settimana l’Occidente sta preparando la “contrattazione collettiva” per petrolio e gas russo, che poi nell’illusione della NATO, si svolgerebbe imponendo alla Russia un prezzo stabilito dalla NATO stessa, attorno ai 40-60 dollari per barile. Non succederà ovviamente mai e l’Europa si troverà presto senza petrolio e senza gas.
Ma con un’altra mossa “socialista”, l’Unione Europea ha deciso di discutere la possibilità che tutti i paesi mettano in comune i depositi di gas e petrolio e redistribuire le due materie prime. L’Ungheria ha già fatto sapere che “il gas ed il petrolio pagato con i soldi degli ungheresi non verranno usati al di fuori dell’Ungheria”, opponendosi al progetto. E’ più che semplice capire che i paesi più in difficoltà, cioè quelli che guidano la guerra, cerchino ovviamente di accedere a risorse di cui si troveranno presto privi sfruttando i rapporti tra alcuni paesi, come l’Ungheria, che invece continuano a ricevere gas e petrolio a prezzo più che di favore, avendo tra l’altro rinnovato i loro contratti a lungo termine. Ovviamente questi paesi sanno che i più forti li deprederanno con la scusa di sostenere le loro economie e si oppongono e questo scontro potrebbe presto iniziare a mettere in difficoltà la stessa struttura della UE.
Anche perché la crisi sarà devastante. In Germania viene stimato che una famiglia tipo pagherà in media almeno 5 mila euro all’anno in più per energia e gas, un costo insostenibile per molti.
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