In pochi giorni USA ed UE si sono viste chiudere la porta in faccia quando sia PetroBras che soprattutto l’OPEC hanno rifiutato di aumentare la produzione per compensare l’assenza, teorica, del petrolio russo dai mercati occidentali. Europei ed americani vanno in giro disperati perché oltre ad avere problemi ovviamente di approvvigionamento questa situazione fa salire i costi colpendo due volte gli occidentali.
Ma l’OPEC ha da tempo segnalato che è dalla parte di Russia e Cina e che non incrementerà la produzione. Anzi, in un recente comunicato i rappresentanti dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi hanno anche segnalato che le riserve iniziano a scarseggiare e quindi si avvicina il momento in cui si avrà una ulteriore impennata dei costi accompagnata da quella che potrebbe essere una vera battaglia per ottenere petrolio sufficiente per sostenere le proprie economie. Senza esclusione di colpi.
Gli Stati Uniti sono per esempio alla ricerca di circa 60milioni di barili di petrolio, dopo avere intaccato le proprie scorte strategiche per settimane.
Ma la situazione potrebbe precipitare ancora di più dato che l’Ucraina ha comunicato a Gazprom che bloccherà il transito del gas dallo snodo di Sokhraniva, secondo Kiev perché ha perso il controllo della stazione di Novopskov. Secondo Gazprom, però, non sembrano esserci “cause di forza maggiore”, cioè l’Ucraina sta interrompendo il transito del gas (dalle 7 dell’11 Maggio) per una sua precisa volontà.
E quale sia questa volontà lo si capisce bene se si pensa che un terzo del gas diretto all’Europa arriva da quello snodo e quindi la UE potrebbe perdere almeno un terzo dell’approvvigionamento di gas con conseguenze prevedibili. Qualcuno vuole che l’Europa, ormai in apnea e prossima ad affogare, rompa gli indugi e si butti nella guerra con più convinzione?
Forse si… 😏
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